La Nuova Sardegna

Il tour nell'isola

Sapori estremi: Stanley Tucci affronta il sanguinaccio sardo

di Alessandro Mele
Sapori estremi: Stanley Tucci affronta il sanguinaccio sardo

L’attore e regista in visita a Oliena e Orgosolo

15 maggio 2024
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Nuoro Il diavolo veste Prada e mangia su zurrette, il sanguinaccio, la Nutella di Sardegna, la prelibatezza per eccellenza dei pastori della Barbagia. Il documentarista, attore e regista Stanley Tucci visita sos pinnettos del monte Corrasi a Oliena e di Orgosolo alla ricerca dei sapori più strong del cuore dell’isola.

Per assaggiare uno dei sapori forti d’Italia, ai quali sono dedicate le puntate della serie documentaristica che sta curando per la Sbs Australia, Stanley Tucci si è dovuto avventurare nelle stradine di montagna più alte della Sardegna. Ma più che ammirare il calcare roseo sulla vetta del Corrasi, ha preferito il rosso più acceso del sangue di pecora, profumi e aromi della menta selvatica, del formaggio pecorino e del pane carasau tritato insieme a su tramacu, la rete di grasso che tiene assieme le interiora, tutti uniti e shakerati insieme, all’interno dell’involucro dello stomaco dell’animale. Un mix esplosivo di sapori, anche afrodisiaci per qualche critico culinario, davanti al quale lo stesso Stanley Tucci, dopo lo scetticismo iniziale, non è riuscito a resistere. Ci ha riconosciuto anche dei sapori a lui familiari. «Un intruglio simile all’haggis» ha commentato. Forse per la presenza del sangue e delle parti vicine alle frattaglie, ma il piatto è decisamente diverso dal sanguinaccio.

Tra i pastori delle montagne di Barbagia, Stanley Tucci è apparso a suo agio e ha studiato minuziosamente tutti i passaggi che la cottura de su zurrette richiede. «Venti minuti e sa brente, la pancia, è pronta. Ma io non sono pronto per lei» ha commentato mentre realizzava il documentario. All’assaggio, tutt’altra reazione: «It’s really good and i’m not sayng it. My new friends are here» ovvero: «È veramente buono e non lo avrei mai detto. Qui ci sono i miei nuovi amici». Lo ha detto rivolgendosi a quei pastori che lo hanno accolto e ai quali forse aveva qualcosa da farsi perdonare. Qualche anno fa, infatti, Stanley Tucci aveva assaggiato un altro sapore strong della Barbagia. Su cazu marzu, il formaggio con i vermi, definendolo davanti alle telecamere della Cnn, il formaggio più pericoloso al mondo. Forse si era fatto influenzare dal parere espresso a tal proposito, nel 2009, dalla Guinnes world records. Ma su zurrettu sancisce la pace tra Stanley Tucci e i pastori di Barbagia, una terra della quale il documentarista e regista americano si è innamorato già da tanto tempo al punto di definirla, anche in questo suo ultimo lavoro reportage, «un mini continente, con costumi e idee tutte sue. La Sardegna è come il selvaggio west con i suoi pastori, tonni, pane, astice, pecore e miele». Su sambeneddu, altro nome in lingua sarda del sanguinaccio, è davvero uno dei sapori più forti d’Italia, il più strong tra quelli che sta cercando Stanley Tucci lungo il suo viaggio culinario alla ricerca delle stranezze sulla tavola dello Stivale. Un piatto povero, nostrano e ricco di dignità che attraverso i secoli è arrivato fino ai giorni nostri, non solo nelle feste patronali, ma anche sulle tavole domenicali delle famiglie barbaricine. Un sapore quasi intimo, che sa della fatica dei pastori e che ora avranno modo di ammirare anche in Australia e negli Stati Uniti, ma solo dal web o dallo schermo di un televisore ultra piatto. Stanley in Barbagia ha detto che ci tornerà di sicuro.


 

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