La Nuova Sardegna

Verso le elezioni

«Sassari protagonista con nuovo ospedale, porto e aeroporto»

di Giovanni Bua
«Sassari protagonista con nuovo ospedale, porto e aeroporto»

I cinque aspiranti sindaci al dibattito della Nuova. Il filo comune: «Riprendiamo il nostro ruolo guida»

15 maggio 2024
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Sassari Un ruolo guida da ritrovare e rivendicare, ma anche una responsabilità nei confronti dell’area vasta nell’attesa che finalmente decolli l’attesa e imprescindibile città metropolitana. Non si limita alla soluzione dei pur complessi problemi “dentro le mura” il compito che attende il futuro sindaco di Sassari. Anche perché molti dei temi sul tavolo sono impossibili da trattare se non in un’ottica territoriale, e solo coinvolgendo il territorio è possibile trovare delle soluzioni.

Temi su cui ieri mattina Mariano Brianda, Nicola Lucchi, Gavino Mariotti, Giuseppe Mascia e Giuseppe Palopoli si sono confrontati con la redazione della Nuova Sardegna in un dibattito, il primo di questa campagna elettorale che li vede tutti schierati, introdotto dal direttore Giacomo Bedeschi e moderato dal responsabile del settore Cronaca Gianni Bazzoni. Due in particolare i temi di “peso” regionale su cui si è sviluppata la discussione: la sanità, e la necessità o meno di un nuovo ospedale cittadino, e la mobilità, con particolare riferimento a porto e aeroporto, alla loro difesa e al loro rilancio.

Sanità Unanime la richiesta di realizzare un nuovo ospedale a Sassari, pur con sostanziali differenze sul luogo e sulle modalità per individuarlo.

«Il nuovo ospedale è imprescindibile – – ha spiegato Gavino Mariotti –. Sassari non ha un ospedale ma solo una serie di caseggiati non collegabili tra loro. È un investimento di 1 miliardo e 200 milioni e va fatto nel luogo che era stato individuato da Solinas con dentro la facoltà di Medicina. Sulla carenza dei medici: è un problema strutturale in Italia, frutto di una legge sbagliata sul numero chiuso, va cambiata ».

«Sassari deve ritornare a poter rivendicare ciò che le è dovuto e ciò che le spetta – ha detto Giuseppe Mascia –. Noi siamo a favore di un nuovo ospedale ma bene ha fatto la presidente Todde a cassare l’intervento last minute di Solinas perché l’individuazione dell’area dove realizzarlo è un tema che deve avere una discussione con l’amministrazione comunale, il consiglio comunale. Noi riteniamo che l’area migliore per realizzarlo sia a Piandanna, a valle della stecca bianca, perché consente una infrastrutturazione di una nuova viabilità e di liberare tutte le energie di viale Italia».

«Quando si parla di sanità di parla della vita delle persone – ha spiegato Giuseppe Palopoli –. Bene hanno fatto a rimettere a posto il pronto soccorso e a costruire una sala di aspetto dignitosa. Il problema è che al pronto soccorso mancano i medici. Io sono favorevole per il nuovo ospedale, perché concentrare tutto in un unico stabile è la cosa migliore. Però un appello lo faccio a tutti: richiamiamo i medici nella nostra città, stanno scappando».

«Il tema della sanità è quello che crea maggiori apprensioni tra i cittadini – ha detto Mariano Brianda – e nella Costituente per Sassari è stato curato in maniera particolare. Il Comune, nonostante non abbia competenza dirette, può fare molto: favorire la medicina di base, le infrastrutture. Sassari non ha un hospice, il Comune può fornire un locale dove ospitarlo. Bisogna creare Sassari solidale con il volontariato. Sull’ospedale: i fondi che abbiamo per rimettere a nuovo l’ospedale che abbiamo adesso dove sono? Perché ci siamo fermati? Non lo vogliamo fare lì benissimo, i cittadini decidano dove farlo».

«Parlare di sanità significa parlare di diritto alla salute costituzionalmente garantito – ha sottolineato Nicola Lucchi – Sulla Sanità bisogna ragionare come Città Metropolitana. La necessità di una grande struttura che sia da supporto e servizio per l’intero territorio è un passaggio fondamentale. C’è da dire che in Comune non è arrivata dalla Regione nemmeno una planimetria, un’indicazione su dove costruire una struttura che ha bisogno di almeno trenta ettari per essere ospitata».

Mobilità «Sirio dovrebbe andare a collegare tutti i quartieri, aeroporto e porto – ha detto Palopoli –, Favorire l’accesso alla città. Io toglierei Sirio da viale Italia però, per riportarla a due sensi di marcia. Perché non è possibile che chi arriva da fuori arrivi al centro tramite una strada secondaria».

«La mobilità è centrale nello sviluppo della città e del territorio – ha sottolineato Brianda – Dall’esterno le strade devono portare a Sassari e per fare questo bisogna fare da capo un piano del traffico che noi abbiamo già realizzato, con flussi orientati, per esempio con posteggi scambiatori. La metrotranvia è una cosa su cui puntare, e ampliare. Ma anche qui a decidere devono essere i cittadini».

«Uno dei punti chiave del ruolo della costituenda città metropolitana è proprio la mobilità – ha spiegato Lucchi –. Abbiamo due interlocutori per parlare di collegamenti per porto e aeroporto: l’Arst e la Regione. E le soluzioni possibili sono già sul tavolo. Noi per ora stiamo realizzando il centro intermodale, che è il punto di arrivo e interscambio delle diverse modalità di trasporto, la condizione di partenza per accogliere un nuovo sistema di mobilità».

«Il ruolo politico e strategico della città di Sassari va rimarcato – ha detto Mariotti –. Non abbiamo più da anni il ruolo guida del territorio. Ce ne dobbiamo riappropriare dimostrando che abbiamo dei progetti per il territorio, per il porto, l’aeroporto. Che passano anche da una vertenza con la Regione, perché a Cagliari sono stati investiti centinaia di milioni di euro sul porto, e nulla su Porto Torres e Olbia». «Sassari ha una responsabilità nei confronti di tutto il territorio – ha chiuso Mascia.

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