La Nuova Sardegna

Intervista

Il sindaco di Siniscola: «Situazione fuori controllo, agricoltori allo stremo: la siccità è peggio del covid»

di Luciano Piras
Il sindaco di Siniscola: «Situazione fuori controllo, agricoltori allo stremo: la siccità è peggio del covid»

Gian Luigi Farris lancia l’allarme sociale

21 maggio 2024
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Siniscola «L’esasperazione è una brutta bestia, in queste condizioni è sempre dietro l’angolo, riuscire a controllarla è sempre più difficile. Non c’è da scherzare. O finiremo di nuovo nel buio, peggio di quando c’era il Covid». Il sindaco di Siniscola, Gian Luigi Farris, conosce molto bene il mondo delle campagne. La crisi economica che le sta divorando. La siccità, ora, che le sta distruggendo. Arriva a La Caletta per l’intitolazione della tenenza della Guardia di finanza, ieri mattina, indossa la fascia tricolore. È un giorno di festa istituzionale, ma è preoccupato. E non lo nasconde: «Se non piove – dice – le tensioni sociali sono destinate a crescere. Così non si può andare avanti». Pensa al consigliere comunale Giovanni Bomboi, alla sua giovane età, ai mille problemi che dovrà affrontare. Pensa a un intero comparto, quello delle campagne, appunto, che in questi giorni si vede crollare il mondo.

«La situazione diventa sempre più pericolosa» sottolinea Farris. «E l’estate è ormai alle porte. C’è da capirli». Si riferisce ai pastori, ma anche agli agricoltori. Da queste parti ce ne sono parecchi, degli uni e degli altri. Allevare pecore o vacche è diventato impresa ardua: i costi sono proibitivi. «Mangimi e foraggi costano l’ira di Dio – spiega – e per giunta causano ancora più sete agli animali, che bevono il doppio dell’acqua che berrebbero in condizioni normali». Ossia: con i pascoli regolarmente annaffiati. Nel vasto territorio del capoluogo della Baronia, poi, ci sono molti produttori di frutta, ortaggi e verdure: chiudere i rubinetti, per loro, è come spedirli direttamente all’altro mondo. L’acqua è diventata come l’oro: trovarla è difficilissimo, comprarla impossibile.

«Sa cos’è che fa ancora più rabbia?» chiede Gian Luigi Farris per anticipare una risposta che vuole portare all’attenzione dei tavoli politici. «Noi, a Siniscola, abbiamo una fonte di approvvigionamento idrico, Fruch’e oche, che per l’80% va a finire fuori da Siniscola, nel litorale, fino a San Teodoro. I siniscolesi ne usufruiscono per appena il 20% delle potenzialità!». «Una soluzione ci sarebbe – incalza il primo cittadino –. Visto che siamo in emergenza, l’unico modo per risolvere nell’immediato il problema dei nostri campi è riempire la diga Maccheronis con l’acqua in eccedenza della diga del Liscia». Una provocazione, ma non più di tanto. La solidarietà e l’acqua bene di tutti non sono poi concetti così lontani. «È chiaro che una soluzione bisogna comunque trovarla, e anche subito bisogna trovarla» alza ancora la voce Farris. «Questa povera gente va aiutata, ora» sentenzia. «Altrimenti faremo passi indietro, sarà anche peggio del Covid se continuiamo così. E l’esasperazione sarà un brutto male da tenere a bada» chiude con la preoccupazione di chi deve amministrare il bene pubblico e allo stesso tempo placare gli animi.

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