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M5s, Cinzia Pilo tenta la scalata a Bruxelles: «Inclusività e più risorse per l’isola»

di Claudio Zoccheddu
M5s, Cinzia Pilo tenta la scalata a Bruxelles: «Inclusività e più risorse per l’isola»

Verso le elezioni europee dell’8 e 9 giugno

25 maggio 2024
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Sassari Il conto alla rovescia è iniziato. Mancano 13 giorni all’apertura dei seggi per il rinnovo del Parlamento europeo, si vota l’8 e il 9 giugno, con l’isola a caccia di un posto a Bruxelles che potrebbe avere un’importanza vitale per il futuro. Nella lista dei candidati nella “Circoscrizione isole”, il Movimento 5 stelle ha puntato sulla manager sassarese Cinzia Pilo, 50 anni, all’esordio in politica.

Come mai ha scelto di intraprendere questa strada? «Credo che questo sia un percorso naturale nella mia vita. Da più di 10 anni mi occupo di terzo settore, sanità, malattie rare. Lo faccio portando avanti battaglie con la mia esperienza di madre, caregiver e manager che mi hanno permesso di entrare in contatto con le categorie svantaggiate e marginalizzate. Mi sono occupata dei diritti delle donne, dei disabili, della comunità queer. Poi c’è stato l’avvicinamento spontaneo alle idee e ai valori diffusi dal M5s».

Lei parla spesso di inclusività ma qual è la situazione in Europa e in Italia?

«Dico che, stranamente, c’è tanto da fare. Forse si pensava che certi diritti e certi valori dovessero essere ormai acquisiti e invece non è così, come dimostra la questione dei pro-vita relativamente all’aborto. Probabilmente la società civile è più avanti della politica. In ogni caso, non è corretto discriminare alcun essere umano per il suo modo di essere, per le sue idee e per i suoi orientamenti sessuali. Sono tutte forme di discriminazione che contrasto e mi batterò affinché il principio di coesione sia applicato indistintamente in tutti territori e Stati europei».

Ha scritto un libro sulla responsabilità sociale dei manager. Di cosa si tratta?

«È un concetto che riguarda la responsabilità delle aziende e di chi occupa posizioni apicali in aziende e istituzioni. Insomma, chi ha il potere di cambiare le cose e non se ne rende conto. Nella nostra epoca vediamo i danni del cambiamento climatico, le diseguaglianze sociali e la ricchezza che cresce nelle mani di pochi “potenti” mentre la popolazione povera diventa sempre più povera. Tutti devono rifletterci, soprattutto chi ha molta responsabilità e ha maturato competenze. A loro dico che non esiste solo la “p” di profitto, ma anche la “p” di prosperità, persone e di pianeta».

Parlando di Europa, non si può tralasciare la continuità territoriale. Cosa ne pensa?

«Il concetto di coesione prevede l’eguaglianza di trattamento per tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo di residenza. L’insularità genera un aggravio di costi ed è ovvio che questo tema farà parte delle mie battaglie e con una rappresentanza sarda qualificata, in continuità con la giunta regionale, si potrà portanno raggiungere risultati. Gli aiuti di stato alle compagnie aeree non possono essere valutati uniformemente in tutto il territorio europeo, prima è necessario considerare la caratteristiche di ogni territorio».

Un altro tema è la transizione energetica. Come si fermano le speculazioni?

«L’energia green è un obiettivo sacrosanto e anche un percorso che non deve prevedere un ritorno. Tuttavia, deve essere equa e giusta ma soprattutto pianificata e concertata con i governi nazionali e locali».

Quanto è importante il voto dell’8 e 9 giugno?

«È cruciale per il futuro dell’Europa anche perché dal 2027 si apre il nuovo quinquennio per la programmazione e verranno rinegoziate le risorse e i finanziamenti».

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