La Nuova Sardegna

Aree idonee

Eolico, il ministero alla Regione: «Pronti a trattare sul decreto»

Eolico, il ministero alla Regione: «Pronti a trattare sul decreto»

Sarebbe pronta una seconda bozza riveduta e corretta: sarà presentata domani. Botta e risposta fra Fdi e M5s, ma il Pd rilancia: «Facciamo invece fronte comune»

04 giugno 2024
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Cagliari Il ministro all’ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, non avrebbe alcuna intenzione di arrivare allo scontro con le Regioni per il decreto sulle aree idonee per le pale eoliche e i pannelli fotovoltaici. «Con la Sardegna, sono pronto a trattare», è il segnale che il ministro ha lanciato da Roma. All’indomani della rivolta della Sardegna, che lunedì s’era «sentita presa in giro dal Governo», come sostenuto dalla presidente Alessandra Todde, pare si sia aperto uno nuovo spiraglio.

Nuova bozza Come segnale di pace, a Roma è circolata anche l’indiscrezione che il ministero avrebbe pronta una seconda bozza in cui le ultime richieste delle Regioni sarebbero state tutte accolte. La prima dovrebbe essere questa: solo i progetti già autorizzati saranno esclusi dagli effetti del decreto sulle aree idonee, mentre nella stesura originale erano compresi anche quelli in corso di autorizzazione. Un’altra correzione sarebbe questa: anche gli impianti offshore (sono le pale eoliche in mezzo al mare) saranno calcolati nella quota assegnata alle Regioni come produzione di energia da fonti rinnovabili, mentre finora non era così. A questo punto, domani il ministero avrebbe intenzione di proporre l’ultima versione della bozza nella Conferenza Stato-Regioni, annunciata ma non ancora convocata.

La reazione Secondo lo staff del ministero all’ambiente, la sfuriata della Sardegna avrebbe colto tutti di sorpresa. Con poi, però, anche una quasi ammissione di colpa per la pubblicazione della bozza qualche giorno fa, Sarebbe stato un atto dovuto farla circolare, ma senza per questo avere l’intenzione di bloccare le trattative in corso dopo l’ultimo incontro, a metà maggio con la delegazione della Regione Sardegna. Per entrare ancora più nel dettaglio di quello che è stato un evidente cortocircuito, in quella prima bozza pubblicata il ministero non avrebbe tenuto conto delle proposte arrivate dalle Regioni, poi accolte dal ministro seppure senza che ci fosse nulla di scritto, ma solo perché «aspettavamo che quelle stesse correzioni fossero formalizzate in una riunione ufficiale». In conclusione, per Roma l’incidente della bozza è chiuso, con l’auspicio che invece , al più presto, «il dialogo possa andare avanti in maniera serena e positiva».

Gli strascichi Il botta e risposta di questi giorni fra centrosinistra-M5s e centrodestra non si è ancora concluso. Il senatore Antonella Zedda di Fdi ha riattaccato la presidente della Regione. «È stata Alessandra Todde – scrive –, quand’era viceministro, a gettare le basi per condannare la Sardegna alla sudditanza energetica. Ora sono i sardi a chiederle come intende rimediare a quegli errori che ha commesso». A replicarle è stata la senatrice Sabrina Licheri dei 5 Stelle: «Davanti all’evidente voltafaccia del Governo, che Fdi non vuole ammettere, la rivolta della Sardegna è stata sacrosanta». Poi è intervenuto Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia: «Polemiche a parte, ho avuto la conferma dal ministero della disponibilità a trattare con le Regioni». Infine, Silvio Lai, deputato del Pd, che ha lanciato un appello ai parlamentari sardi: «Non dividiamoci in nome dei partiti, troviamo invece un fronte comune. Per questo motivo, oggi tutti noi siamo chiamati a scegliere se stare dalla parte o contro la tutela della Sardegna». (ua)
 

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