La Nuova Sardegna

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Elezioni a Cagliari, corsa a cinque per palazzo Bacaredda

di Andrea Massidda
Elezioni a Cagliari, corsa a cinque per palazzo Bacaredda

I candidati sono Massimo Zedda, Alessandra Zedda, Emanuela Corda, Giuseppe Farris e Claudia Ortu. Nel programma di tutti l’accelerazione dei lavori nei cantieri

06 giugno 2024
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Cagliari Cinque candidati per una poltrona. Quella di sindaco del capoluogo regionale nonché della Città metropolitana. Domani e domenica anche i cagliaritani saranno chiamati alle urne per scegliere chi dovrà indossare la fascia tricolore e per rinnovare il consiglio comunale. In gara ci sono Emanuela Corda (Alternativa), Giuseppe Farris (Civica 2024), Claudia Ortu (Cagliari Popolare), Alessandra Zedda (coalizione di centrodestra e sardista) e Massimo Zedda (centrosinistra), con gli ultimi due favoriti non foss’altro perché sostenuti da partiti ben strutturati e da molte liste, rispettivamente 7 e 10.

Ma, in estrema sintesi, i concorrenti che cosa propongono per la città? E qual è la loro visione di Cagliari?

Massimo Zedda Già sindaco dal 2011 al 2019, Massimo Zedda, 48 anni, punta al terzo mandato. «Il nostro programma – dice – è frutto del lavoro delle 10 forze politiche che compongono la coalizione e si fonda sull’ascolto: mai come in questi ultimi cinque anni è mancato un dialogo e una condivisione di intenti e progetti con residenti e imprese. Lo scollamento con la pubblica amministrazione è tale che si sono costituiti tanti comitati di quartiere. Abbiamo una visione sistemica e connessa della città, accompagnata dalla necessità di risolvere esigenze quotidiane: dalla sanità ai servizi sociali, dalla pulizia delle strade a un rinnovato decoro urbano. Poi riqualificazione dei quartieri, potenziamento dei servizi, istruzione, ricerca e formazione professionale, valorizzazione del commercio, animazione sportiva, culturale e di spettacolo. Fin da subito – continua Massimo Zedda – procederemo ad aprire i parcheggi di proprietà pubblica. Inoltre, provvederemo all’accelerazione dei lavori nei cantieri. Con la Regione affronteremo anche il tema della metropolitana leggera. Dovremo fare una corsa contro il tempo per la programmazione estiva, totalmente assente, e una verifica sui finanziamenti europei per non perdere ingenti risorse».

Alessandra Zedda Assessora per tre legislature regionali ed ex giocatrice di basket in Serie A, Alessandra Zedda (56 anni) è pronta a dare battaglia: «Il comune denominatore della nostra campagna elettorale è “Riapriamo” – spiega –, vogliamo rivitalizzare i quartieri con progetti di riqualificazione urbana. Proponiamo un censimento degli edifici inutilizzati, pubblici e privati, per ristrutturarli e renderli fruibili. Priorità anche alla creazione di spazi pubblici per ridurre le aree degradate con misure di sicurezza integrate. Attueremo programmi di housing sociale e promuoveremo attività culturali e economiche per superare la dicotomia centro/periferie. Ovviamente – continua – accelereremo i cantieri e modificheremo i progetti non funzionali, come quello del mercato di San Benedetto. Decongestioneremo la città con un Piano del traffico e della sosta, integrato da un Piano speciale dei parcheggi, aprendo 1200 stalli chiusi, potenziando quelli esistenti e creandone nuovi di scambio supportati dal trasporto pubblico. Inoltre, svilupperemo un Piano del commercio e promuoveremo le eccellenze in chiave turistica».

Emanuela Corda Tra il 2013 e il 2022 deputata alla Camera grazie ai voti del M5s, Emanuela Corda, 49 anni, si presenta con la lista del partito Alternativa (i grillini dissidenti). In cima al suo programma c’è «la partecipazione attiva del cittadino alle scelte amministrative da realizzarsi con Urp itinerante, tavoli permanenti con comitati di cittadini e associazioni di categoria, consulte di quartiere». Ma Corda intende anche attuare una «verifica sugli sperperi negli appalti pubblici, applicare i regolamenti cittadini e ripristinare il decoro urbano». Poi, manco a dirlo, tra le sue priorità c’è «la chiusura di tutti i cantieri e un piano integrato della mobilità per recuperare spazi e parcheggi». Nel programma, anche «mastelli con scheda per produrre risparmi concreti sulla Tari, l’interconnessione tra prefettura, e polizia locale oltre che l’ istituzione di gruppi civici a presidio del territorio, un Piano del commercio e il proposito di incentivare forme di fiscalità di vantaggio».

Giuseppe Farris Cinquantasei anni, avvocato, Giuseppe Farris ambisce «a restituire la città ai cittadini riportando Cagliari al ruolo, rango e dimensione che le competono». Tradotto, significa «una portualità integrata e collegata al sistema ferro-gomma con l’intera isola, ma anche – contrariamente a quanto avvenuto per via Roma, viale Trieste, piste ciclabili e mercato di San Benedetto – un’attivazione di cantieri confortata dal più ampio consenso possibile preferendo, tra le alternative percorribili, quella a minor impatto per i cittadini, con esenzione dei tributi comunali per le attività produttive durante i lavori». Farris, convinto che «il nuovo Puc ipotizzato dalle amministrazioni uscenti introduca elementi di incertezza», per la valorizzazione della specificità urbana intende adottare immediatamente alcune azioni rapide. «Il Castello deve riappropriarsi della sua funzione di centro commerciale naturale con l’esenzione quinquennale dei tributi comunali per le nuove attività insediate, tutti i quattro centri torici devono essere resi produttivi negli immobili sottoutilizzati attraverso la conversione – di iniziativa privata – in forme di studentato diffuso». Poi pensa a un Piano di mobilità sostenibile «che privilegi l’accessibilità dei diversi settori urbani con le dovute dotazioni di legge dei parcheggi obbligatori e individuando le localizzazioni preferenziali in spazi già pubblici come sottosuoli e fast-park».

Claudia Ortu Dulcis in fundo, la ricercatrice universitaria che si presenta con il sostegno di Potere al popolo e Pci uniti in una lista civica. «Cagliari non è Disneyland – dice Claudia Ortu –, vogliamo una città per chi la vive tutti i giorni e non uno scenario per turisti nel quale diventiamo comparse. Il nostro obiettivo è riportare i residenti nel centro storico». E ancora: «Dobbiamo urgentemente operare per adattare la nostra città alla crisi climatica. Creeremo dei rifugi che si possono ottenere con l’aumento del verde cittadino e l’istituzione di punti di accesso pubblici all’acqua potabile in tutti i quartieri. Non è accettabile che solo chi ha i soldi abbia refrigerio e comodità». Ortu propone inoltre l’internalizzazione dei servizi, che sono gestiti meglio se è il Comune a farlo direttamente. «Per farlo ci vorrà del tempo, intanto però è necessario imporre alle imprese che ottengono appalti e concessioni dal Comune la garanzia di un salario di almeno 10 euro all’ora». Infine un pensiero alla pace. «Vogliamo una Cagliari che contribuisce a creare pace e giustizia nel mondo rendendola indisponibile al traffico e allo stoccaggio di armamenti».

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