Porto Torres, il racconto choc della 24enne Minerva Uzzau: «Palpeggiata e offesa per strada»
La giovane: «Gli dicevo di starmi lontano, di non toccarmi. Mi hanno anche ripresa con un telefono»
Porto Torres Racconta quanto accaduto non perché sia stata la prima volta, ma perché in questo caso è stato diverso. «Subisco spessissimo molestie, come tutte le ragazze, anche solo camminando per strada. Ma la notte scorsa alla molestia si è aggiunta l’aggravante della transfobia. Per questo ho deciso che non posso stare zitta». Lei è Minerva Uzzau, 24 anni, sassarese, ragazza transgender. In un post sui social ha raccontato una parte di quel che è successo la notte tra sabato e domenica a Porto Torres, dopo la festa del Carnevale estivo. Poi ha presentato una dettagliata denuncia ai carabinieri.
Le molestie Sono le 3.45 del mattino, la lunga serata di festa è quasi finita, c’è ancora tempo per mangiare qualcosa e chiacchierare un po’. Minerva è seduta al tavolino all’esterno di un kebab con il fratello e due amici quando l’auto, una Mercedes o un’Audi di colore grigio scuro, parcheggia dietro di loro. Scendono quattro ragazzi e due si avvicinano: uno di loro, quello più alto, circa 1metro e 80, punta Minerva. «Indossa una camicia grigia e dei pantaloni corti, segni evidenti di stempiatura, tra i 25 e i 30 anni». Le si piazza di fronte e le tocca i capelli. “Che belli, che bello questo shatush, li voglio anche io così”, ripete e ridacchia, prima di allontanarsi di qualche metro mentre l’altro, l’amico più basso, gli dice: “Lascialo che è un maschio, sei un maschio, sei un maschio”.
Minerva reagisce: «Inizio a urlare, non ti permettere di toccarmi, non ti devi azzardare, gli dico. E quello invece torna indietro verso di me, si piazza a un centimetro dalla mia faccia con aria minacciosa, come se volesse picchiarmi. Invece mi mette le mani addosso, mi palpa il seno. E si gira gridando agli amici “le tette sono vere”. Lo colpisco tre volte sulla schiena, mio fratello mi trattiene per le spalle, mentre i miei amici gli dicono di allontanarsi. Invece no, uno dei ragazzi del gruppo inizia a filmare, a fare un video con il telefonino. Riprende la scena e lui torna verso di me. Mi ride in faccia, mi prende in giro. Riesco a tirargli un paio di calci ma i miei amici mi portano via. Per fortuna, dico. Perché noi eravamo quattro e loro, tra quelli arrivati con l’auto e gli altri loro amici seduti al tavolo, molti di più. La situazione, considerato che il tipo non si è fatto alcun problema a mettermi le mani addosso, poteva degenerare. I miei amici hanno agito per il meglio, io ero sotto choc, loro mi hanno tranquillizzata con le loro parole».
Il sospetto Minerva è convinta che quei ragazzi la conoscessero, che sapessero del suo percorso. «Soprattutto quello che diceva è un maschio, è un maschio. Io faccio una intensa attività a sostegno dei diritti delle persone trans: è probabile che mi abbiano vista in qualche iniziativa nelle piazze o nei locali. E sabato notte mi hanno riconosciuta e deciso di molestarmi».
La denuncia È stata presentata ai carabinieri di Sassari e procederanno i colleghi di Porto Torres. Nel frattempo il post di Minerva Uzzau è diventato virale e la ragazza ha ricevuto tantissima solidarietà. Anche se qualche commento le ha fatto male: «C’è chi ha detto che i miei amici non mi hanno difesa, che io stessa avrei dovuto reagire diversamente. È la solita storia della vittimizzazione secondaria: alla vittima e a chi stava con lei viene addossata una parte di responsabilità. È assurdo e ingiusto. Perché la vittima è vittima. Stop. Ora spero che li trovino, che vengano puniti per quello che hanno fatto».
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