Odissea sarda, su Tirrenia e Moby viaggi da incubo: «Ritardi, caldo e cabine sporche»
Un’estate di disagi per chi ha scelto questi traghetti. I racconti: «Alloggi pieni di insetti e odori insopportabili»
Sassari Con le mail di protesta da parte dei passeggeri si potrebbe scrivere un’Odissea. Viaggiare per l’isola, sia per molti sardi che per altrettanti turisti, non è stato esattamente rilassante. Il campionario dei disservizi, riservati ai clienti dalle compagnie Moby e Tirrenia, è lungo e variegato. Ecco una serie di racconti.
Il primo si intitola: “Tirrenia, benvenuti al girone dell'inferno”. Genova, 1 settembre 2024. Protagonista Paola S. « Soltanto alle 19h11 ricevo un SMS da parte di Tirrenia in cui mi comunica che la nave avrebbe subito 2 ore di ritardo, causa ritardo tratta precedente. Permettevano di scegliere di rinunciare e ottenere un rimborso parziale. Come se potessi scegliere di non rientrare a casa.L' attesa sul molo diventa, dopo due ore, un concerto di bambini stanchi che salutano dal finestrino i vicini di sventura. Alle 21h36 la nave è arrivata da circa 30 minuti, le portiere delle auto restano aperte per evitare di soffocare dal caldo. Sono le 21h54, c' é chi legge un libro, chi guarda il 2° tempo della partita Juventus- Roma. Sono le 22h15, come imbuti le auto si sono riversate sul ponte della nave. Grazie a Caronte siamo stati traghettati a bordo. Finalmente».
Secondo racconto. Titolo: “Cabine da incubo”. Data 8 agosto. «Io e la mia famiglia Abbiamo preso la nave Moby Corse, tratta Civitavecchia-Olbia, un viaggio che ci e costato circa 700 euro. A bordo ci consegnano la tessera per la cabina. Una volta raggiunta ci troviamo in una specie di stalla piena di piccoli animaletti sul pavimento e sul letto, la tappezzeria piena di muffa e un odore terribile presente non solo in cabina ma in tutta la nave, bagno sporco e area condizionata non funzionante. Alla reception scopriamo che una marea di gente si lamentava per gli stessi motivi: sporcizia e aria condizionata non funzionante. La cosa incredibile e che ci hanno dato le tessere per 5 cabine e ci hanno detto di scegliere la migliore. Girandole tutte ci siamo accorti che era una peggio dell’altra: uno schifo indescrivibile, un caldo pauroso, i bambini che piangevano dal caldo, mia moglie che si è sentita male e che non riusciva a respirare. Dopo di che abbiamo passato la notte sulla banchina all’aperto con quattro bambine».
Terzo racconto. “Il peggior viaggio in 13 anni”. Data 12 agosto, tratta Olbia Civitavecchia, nave Tirrenia Janas, protagonista Giuliano Milana. «Passi che la nave è partita con oltre 90 minuti di ritardo (ci sta, puó succedere anche ai migliori). Ma, una volta saliti lo scenario è il seguente: nave sporca, moquette con macchie briciole ecc. Arredi del bar in fase di restauro con ridotto numero di posti a sedere (ad agosto? In pieno esodo?). Non ho nulla contro i cani sulle navi ma, perdonate la franchezza, cani e moquette non vanno per nulla d’accordo mi chiedo come qualsiasi requisito di igiene possa essere rispettato. Cabina: luce centrale non funzionante, luce di testiera del letto con vetro copri lampadina assente e con il rischio che la mia bambina, 3 anni e 4 mesi, ci infilasse le dita. Pulsante di scarico del bagno non funzionante. Lavandino sporco. Ristorante alla carta: Hamburger immangiabile, crudo, duro e di consistenza cartonata. Chiesto poi se fosse possibile acquistare un litro di latte per la bambina, risposta: “non lo vendiamo perché 1 litro di latte te lo dovrei far pagare 14 euro perché con 1 litro ci escono 4 bicchieri di latte ed un bicchiere di latte costa 3,50 euro ”. Ci hanno fatto abbandonare la cabina con ampio anticipo (circa 1 ora), i luoghi di aggregazione in attesa dello sbarco senza aria condizionata e con un fortissimo odore di gasolio. Aria irrespirabile. Malessere e malcontento diffuso tra i passeggeri».