L'ira dei balneari, Angelo Putzu di Olbia: «Dopo anni di investimenti adesso ci mettono all’asta»
Col decreto sulle concessioni dal 2027 andranno a bando. Il titolare del Chiringuito di Bados: «Vogliono favorire imprenditori stranieri?»
Olbia Dietro al bancone in legno, sopra la vetrina degli alcolici, c’è una pagina ingiallita della Nuova Sardegna con la cronaca di un salvataggio in mare , e una foto che ritrae una piccola capanna in legno. Erano gli anni ’80, il “Chiringuito” ancora non esisteva.
Oggi è un’istituzione sulla spiaggia di Bados, a Olbia, con Tavolara sullo sfondo. Ma Angelo Putzu, 56 anni, è preoccupato: «Sono cresciuto qui e ora ci mettono all’asta». Si riferisce al decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri, e con la benedizione dell’Unione europea, per riformare le concessioni balneari. Proroga fino al 2027, poi tutti dovranno partecipare a un bando pubblico per ottenere gli spazi.
Una vita in spiaggia Gli stessi spazi dove Angelo vive da tutta la vita, insieme alla famiglia e a uno staff di circa quindici persone. Il “Chirinquito” «era stato aperto come semplice noleggio di windsurf e canoe», ora è uno stabilimento con ristorante-bar e una sessantina di postazioni per ombrelloni e sdraio. La prospettiva di vedere tra tre anni tutto cambiato, sotto le insegne «di una grande catena o di un imprenditore estero» fa male.
«Guarda, fa male pensare agli ultimi dieci anni passati malissimo – confida Angelo Putzu –. Mi riferisco alle continue proroghe e incertezze, ma soprattutto a come siamo visti. Secondo molti siamo gli sfruttatori, quelli che privatizzano i litorali, che fanno affari sulle spalle dei vacanzieri. Non è così».
«Diamo servizi» Indica la spiaggia. Nonostante la presenza di due stabilimenti, a Bados c’è ampio spazio libero. «Lavorare qui significa anche, col tempo, esserci dotati di tanti servizi essenziali. Banalmente dai bagni, che sono a disposizione di tutti, sia chiaro, chi è cliente e chi è bagnante nella spiaggia libera. Ma poi i percorsi di accessibilità, le sedie job, defibrillatori, due bagnini sempre presenti». Stavolta indica la sabbia bianca poco oltre lo scivolo dell’ingresso al ristorante. «Ogni mattina arriviamo e puliamo il litorale. Troviamo di tutto, inutile dirlo».
Investimenti La stagione del bel tempo e delle nuotate a Bados, che è la spiaggia più popolare tra gli olbiesi insieme a Pittulongu, a nord della città, è cominciata «il 25 marzo». Poi tutta una tirata che finirà «i primi dieci giorni di ottobre, sperando che il tempo ci assista». È lo stesso orologio biologico a cui la famiglia Putzu è abituata da decenni. Le tavole in legno, i lavori di copertura, i vari ammodernamenti. Dietro ci sono tanti investimenti. «Ora come ora non riusciamo a rimanere aperti tutto l’anno, speriamo possa accadere. Ormai viviamo di turismo, e ci piacerebbe poter offrire un angolo dove bere o mangiare qualcosa anche fuori stagione, a due passi dal mare». L’appello è rivolto al Comune. Tra l’altro secondo il decreto legge, le amministrazioni saranno ancora più al centro nel destino delle concessioni. A loro verranno affidate le pratiche dei bandi pubblici.
Nuovi balneari Sulla passerella verso riva cammina il signor Bianchi, giornalista de La Stampa ormai in pensione, torinese. «Vengo qui dall’83». Poco dopo passa una coppia, «frequentiamo il “Chiringuito” da quando era una piccola baracca e si facevano le gare coi sacchi o le sfide dei tuffi». Angelo Putzu sulla sabbia riceve saluti e sorrisi da tutti: «Non mi piace l’idea che investitori stranieri si impossessino delle nostre spiagge. Il mio spaghetto alle cozze è diventato famoso, accolgo i nuovi clienti con il mirto, per dire... che legame col territorio può creare, che so, un tedesco che viene qui col suo stabilimento?».