La Nuova Sardegna

I sindacati in piazza

Taglio di docenti e lavoratori Ata, sciopero di scuola e università

aule vuote negli istituti destinati a ospitare i corsi
aule vuote negli istituti destinati a ospitare i corsi

Sit in il 31 ottobre in diversi comuni della Sardegna contro la manovra del Governo Meloni

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Sassari Giovedì 31 ottobre sarà una giornata di sciopero in tutta Italia e anche in Sardegna per il comparto Istruzione e Ricerca. Il giusto contratto e un lavoro stabile sono tra le principali ragioni della mobilitazione proclamata dalla Flc Cgil e articolata nelle diverse regioni con manifestazioni territoriali.

Nell'Isola sono previsti presìdi a partire dalle 10 a Villanovafranca, in piazza Risorgimento, a Oristano in piazza Eleonora d'Arborea, a Nuoro in piazza Vittorio Emanuele e a Santa Teresa Gallura, davanti all'istituto comprensivo. «A incrociare le braccia saranno le lavoratrici e i lavoratori della scuola, dell'università, degli enti di ricerca, delle accademie, dei conservatori e delle scuole non statali con contratto Aninsei», spiega la segretaria regionale Flc Cgil Emanuela Valurta, sottolineando che «le motivazioni dello sciopero sono sostanziate dai tagli a tutti i settori della conoscenza previsti nella legge di bilancio del governo Meloni».

Secondo i  sindacati, in particolare, «gli effetti della manovra si scaricherebbero sull’università, la Ricerca e l’alta formazione artistica e musicale, con un taglio del 5 per cento del turn over che negherebbe ogni prospettiva di stabilizzazione per migliaia di precari», spiega la segretaria. Oltre a questo, il governo vorrebbe imporre un taglio secco nelle scuole di ben 5660 docenti e 2174 lavoratori e lavoratrici Ata, «una riduzione che andrà a peggiorare le già gravi condizioni in cui si svolgono le attività scolastiche».

La Flc Cgil sottolinea che «tutto ciò tutto accade nel momento in cui i progetti del Pnrr dedicati al sistema scolastico dovrebbero entrare nel vivo ma le scuole hanno grandi difficoltà a realizzare i progetti assegnati proprio a causa della carenza di organico».

A questo si aggiungono gli ulteriori tagli ai posti di lavoro che derivano dal dimensionamento della rete scolastica. Non va meglio sul fronte contrattuale: «Nessuna risorsa aggiuntiva, nonostante un'inflazione al 18% che nell'ultimo triennio ha eroso il potere d'acquisto dei salari».

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