La Nuova Sardegna

Maltempo

Clima impazzito, nell’isola più caldo e piogge estreme

di Salvatore Santoni
Clima impazzito, nell’isola più caldo e piogge estreme

Le temperature crescono velocemente innescando reazioni violente. Il meteorologo Secci: «Il riscaldamento globale amplifica i fenomeni»

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Sassari Le temperature medie che si alzano, le piogge sempre più brevi ma super intense, le notti tropicali che continuano ad aumentare e la siccità a mettere in ginocchio l’agricoltura e minacciare il turismo. È questa la fotografia dell’isola in balìa del cambiamento climatico, che inizia a presentare il conto anche alle nostre latitudini con fenomeni che tempo fa erano straordinari e oggi purtroppo stanno diventando ordinari. E così, anche un’area “tranquilla” come quella del Mediterraneo comincia a diventare teatro di calamità naturali mai viste prima.

Sempre più caldo «Il Mediterraneo è considerato un hotspot climatico dall’Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), ovvero una di quelle aree geografiche dove l’aumento delle temperature medie risulta al momento più veloce rispetto alla media globale – spiega Dario Secci, meteorologo di Sardegna Clima e Baku Meteo –. La Sardegna, trovandosi al centro del Mediterraneo, risente a pieno di tali effetti: tuttavia, fare una disamina riferendosi solo alla nostra isola non è possibile, in quanto la risoluzione dei modelli climatici è relativamente bassa e inadeguata a predire quello che potrebbe verificarsi su scala locale».

Tutto amplificato La letteratura scientifica è ricca di studi sugli effetti del riscaldamento globale sulla Sardegna visto da varie prospettive: erosione costiera, modifica delle colture, rischio incendi e perdita di suolo. «Tutti questi studi – riprende Secci – hanno un comune denominatore, anche piuttosto banale, che può essere sintetizzato nell’effetto diretto che un aumento di temperatura produce in un sistema: aumento dell’energia e aumento dell’evaporazione». Tradotto? «Aumento dell’energia – aggiunge il meteorologo – si traduce ad esempio in fenomeni meteorologici più intensi. Perché? L’aria calda può contenere una quantità di vapore acqueo superiore rispetto all’aria fredda. Questo significa che sarà maggiore l’acqua a disposizione all’interno della nube, che si traduce in una pioggia più intensa ed abbondante. Anche i fenomeni associati al temporale (venti e grandine in particolare), sono amplificati. Grandine più grossa per maggiore intensità delle correnti ascensionali, vento più forte per via dei rovesci più intensi».

Agricoltura «Un aumento delle temperature – dice ancora Secci – accresce il fenomeno dell’evaporazione, e questo si traduce in maggiore sofferenza delle colture, della vegetazione naturale, maggiori perdite per evaporazione dai bacini idrici, crescenti esigenze di irrigazione sia in termini quantitativi, sia di distribuzione geografica (nuove aree possono avere esigenze che in passato non esistevano). Aumento delle temperature medie significa anche riduzione di intensità e numero delle ondate di freddo, in favore delle ondate di caldo. Riduzione della durata della copertura nevosa, e innalzamento della quota delle nevicate».

Piogge Sull’andamento medio delle precipitazioni è ancora tutto da capire. «Non vi sono al momento segnali di una netta riduzione o un aumento – riprende Secci –. Inoltre, la Sardegna è relativamente complessa dal punto di vista pluviometrico, quindi può capitare che la persistenza di una determinata circolazione meteorologica esponga il settore occidentale ad un surplus pluviometrico e quello orientale a un deficit o viceversa. Proprio la persistenza di figure atmosferiche a grande scala è inoltre argomento caldo nelle scienze meteo-climatiche: persistenza di condizioni anticicloniche da una parte (e cicloniche dall’altra) pare siano in aumento. Un esempio: la presenza di lunghi periodi siccitosi negli inverni mediterranei.


 

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