Caro trasporti, Cgil: «Un’altra cambiale da pagare per i sardi»
Il segretario generale Arnaldo Boeddu: «Problema segnalato già un anno fa, ma si può ancora intervenire»
Sassari «Come se non bastassero i problemi legati al trasporto aereo e ai trasporti interni ferroviari e su gomma, purtroppo i sardi saranno ulteriormente penalizzati dal caro tariffe sul trasporto delle merci. E io feci presente questo rischio già 12 mesi fa». Il segretario generale della Filt Cgil Sardegna, Arnaldo Boeddu, ricorda come la questione del caro traghetti per il trasporto delle merci fosse già stata posta all’attenzione dei media nel mese di dicembre del 2023.
«Un problema che adesso, un anno più tardi, si presenta puntuale come una cambiale – dice Boeddu –. Una cambiale che, come sempre, pagherà l’ultimo anello della catena, ovvero i cittadini. Attraverso la stampa, la questione venne segnalata alla politica regionale e nazionale ora è davvero sconfortante constatare come nulla sia stato fatto. Gli aumenti, arrivano sino a 7 euro per metro lineare e considerato che le merci che vengono trasportate da e per la nostra isola viaggiano per il 95% via mare, è facile comprendere l’enormità del danno economico che subiranno ancora una volta le imprese, i cittadini ed i lavoratori della Sardegna».
Il leader sindacale della Filt Cgil si dice certo che le aziende di trasporti «scaricheranno anche questo ennesimo aumento agli ultimi anelli della catena, ovvero i lavoratori del settore ed il consumatore finale. Questo metodo e questo “modus operandi” non possono essere più essere sopportati» aggiunge Boeddu, il quale chiede alla giunta regionale di intervenire immediatamente anche con il governo nazionale.
«Siamo ancora in tempo per evitare che la Sardegna sia nuovamente penalizzata. Anche perché, interi paesi che distano a poche miglia dalle due isole maggiori e che non fanno parte dell’Unione Europea, potrebbero avvantaggiarsi di una situazione a dir poco paradossale. È necessario che il Trasporto marittimo, di competenza nazionale, non sia dimenticato. Considerato che la Sardegna è praticamente costretta a movimentare le merci quasi esclusivamente via mare, non serviranno a nulla eventuali quanto improbabili contribuiti qualora il governo nazionale non dovesse intervenire in maniera repentina nei confronti degli armatori e con la stessa Commissione Europea».