Assalti ai portavalori, in Sardegna fenomeno preoccupante e da esportazione
Il dato è emerso nel corso della presentazione dell’Osservatorio sulle politiche della sicurezza
Sassari Un ruolo centrale nel traffico internazionale di droga, con la Sardegna prima regione in Italia per sequestri di marijuana, e un'attività sempre più intensa e preoccupante da parte delle bande specializzate negli assalti ai portavalori e nelle rapine a mano armata. Sono alcuni dei dati che sono emersi stamattina a Sassari, 29 marzo, nella presentazione di Opòlis, il neonato Osservatorio sulle politiche della sicurezza e prevenzione della criminalità delle Acli della Sardegna, nella sede della Fondazione di Sardegna in via Carlo Alberto.
Il rapporto sulla percezione dell'insicurezza da parte dei sardi, presentato dalla direttrice scientifica dello Iares, l'istituto di ricerca Acli, Vania Statzu, mostra come le rapine a mano armata siano fra i fenomeni criminali percepiti come più preoccupanti dai sardi, dietro la piccola criminalità e l'inciviltà urbana e l'abuso di sostanze stupefacenti e alcol. Una percezione incoraggiata dal grande attivismo da parte di queste bande.
Nel 2024 ci sono stati due episodi di grandi dimensioni: l'assalto al portavalori Vigilpol sulla 131 all'altezza di Siligo il 31 gennaio e l'assalto al caveau della Mondialpol a Caniga, nella periferia di Sassari, il 28 giugno.«Un fenomeno molto preoccupante, soggetto anche a esportazione, come sembrerebbe dalle ultime notizie» ha sottolineato Statzu, in riferimento all'assalto di venerdì 28 marzo in Toscana, al quale hanno preso parte anche rapinatori che parlavano italiano con un marcata inflessione sarda.
Molto più indietro, nella classifica della percezione redatta da Opòlis, ma non per questo meno preoccupante, il fenomeno del traffico di droga. Un affare criminale che però potrebbe essere legato molto strettamente a quello degli assalti a mano armata, perché può consentire il reinvestimento del denaro frutto delle rapine. «L'isola è stata nel 2022 al primo posto fra le regioni italiane per la quantità di marijuana sequestrata, con 14.783 chili. E al secondo per sequestri di sostanza stupefacente in generale, con oltre 15mila chili dietro solo i 19mila della Calabria».
Diversi i primati negativi dell'isola, come nel caso degli attentati agli amministratori e non solo. La Sardegna è cresciuta del 20% fra 2022 e 2023, dietro soltanto la Calabria. Fra i casi più eclatanti, nell'ultimo periodo, quello di Siniscola, dove tra fine 2024 e inizio 2025 attentati dinamitardi e incendiari hanno colpito cittadini e militari dei carabinieri e della guardia di finanza. Ancora, il caso degli omicidi. Nel 2023, con 16 omicidi volontari e un tasso di 1,02 assassinii ogni 100mila abitanti, più del doppio rispetto alla media italiana, la Sardegna è la regione più pericolosa da questo punto di vista.
«Vogliamo partire dai dati, per fornire alle istituzioni e alla politica una base da cui partire per elaborare le strategie di contrasto alla criminalità» ha affermato il vice presidente regionale di Acli Giuseppe Fresu. Alla presentazione hanno partecipato anche il politologo dell'Università di Sassari Marco Calaresu, il sociologo dell'Università di Milano Moris Triventi, il sindaco di Sassari Giuseppe Mascia, la presidente Anci Sardegna e sindaca di Fonni Daniela Falconi, il deputato Pd Silvio Lai e il presidente della Fondazione di Sardegna Giacomo Spissu.