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Il Movimento 5 Stelle a Nuoro, Ettore Licheri: «Nel Campo largo solo Progressisti»

di Giuseppe Centore
Il Movimento 5 Stelle a Nuoro, Ettore Licheri: «Nel Campo largo solo Progressisti»

Il senatore alla vigilia della festa dei M5s: «Todde, un anno di lavoro intenso»

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Cagliari Sabato la festa regionale del Movimento Cinque Stelle a Nuoro. L’evento non a caso si tiene nella città dove risiede la presidente Todde e che il prossimo giugno andrà alle urne per eleggere il sindaco. Candidato alla carica di primi cittadino il deputato del suo partito Emiliano Fenu. In questa intervista Ettore Licheri, nella passata legislatura per un anno presidente del gruppo e adesso vicepresidente della commissione Affari Esteri e Difesa parla dell’evento, della manifestazione romana, della attualità politica, chiudendo con un riferimento alle comunali nuoresi.

Sin dal titolo “cosa è stato fatto nel primo anno di governo” fa capire che metterete al primo posto l’attività della giunta che guidate con Alessandra Todde. Non c’è il rischio di subordinare troppo l’attività politica del Movimento all’azione del governo regionale?

«Tutt’altro. Sarà importante raccontare, oltre alle tante cose fatte in un solo anno di governo, le condizioni rovinose in cui abbiamo trovato gli assessorati del lavoro e della sanità, ad esempio: risorse non spese e perdute, programmazioni scadute, bandi rinviati senza giustificazione. I sardi capiscono che la depressione dei loro territori è il frutto malato di questa infinita sommatoria di inefficienze dalle quali si uscirà col tempo e la determinazione di questa nuova classe dirigente».

A Nuoro ci saranno cinque tavoli strategici per disegnare il futuro dell’isola su sanità, ET, trasporti, energia e lavoro. Aggiungiamone un sesto: l’identità del Movimento sardo. Come la declinerebbe?

«Avete visto che nel popolo dei 100 mila a Roma c’erano tantissime bandiere sarde. La Sardegna oggi è un modello di governo che unisce l’esperienza e le capacità dei nostri alleati al coraggio ed alla determinazione del Movimento. Rompere i vecchi schemi, uscire dai condizionamenti delle lobby, prestare attenzione agli invisibili. I 100 mila di Roma ci chiedevano di abbattere la destra bugiarda e classista e dare fiato al dolore di chi non riesce più a pagare la rata di mutuo o la bolletta del mese».

A Roma definita in modo netto la posizione del Movimento sul riarmo e la postura che la Ue dovrebbe avere nei confronti della Russia nel futuro. Non temete di aver assunto una posizione isolata nel panorama politico-istituzionale nazionale?

«I 100 mila di Roma stavano dalla parte del popolo ucraino. Per questo si auguravano una soluzione negoziale di pace che metta fine a questo inutile massacro. Ma hanno anche detto forte il No a questo folle piano di riarmo che cancellerà il sogno di una difesa comune europea. Non c’è niente di “europeo” in quel piano dove ognuno farà per sé, 27 paesi che si riarmeranno senza coordinamento e strategia. Un grande regalo agli industriali delle armi tedeschi, francesi e Usa ed un gigantesco debito sulle spalle dei contribuenti italiani».

Dazi. Come giudicate la posizione della presidente Meloni, anche in vista del suo prossimo viaggio a Washington? L’Italia deve gettare “ponti” tra Trump e la Ue o sostenere le posizioni della Commissione in maniera più incisiva? Il presidente Conte ha parlato della necessità che ha Ue dimostri una “grande fermezza”.

«Trump è un uomo, un imprenditore spregiudicato. La sua vita, i suoi processi, parlano per lui. Trump non si è circondato di amici ma di portatori di interesse e l’interesse è esclusivamente americano. Con lui nessuno tratterà mai inter-pares, per lui noi siamo quote di mercato, “asset” da conquistare, ed usa la minaccia dei dazi come una clava per ammansire le controparti. Trump ci dice tratterà bilateralmente con coloro che considererà alleati politici. Se cadremo gli europei saranno spacciati. E le sfide del futuro se le giocheranno gli Stati Uniti, la Cina il sud-est asiatico e le economie emergenti del Sud. Noi europei diventeremo spettatori o peggio la “posta” in palio».

La possibile recessione a seguito di una prolungata politica daziaria potrebbe mettere il nostro paese in notevoli difficoltà, facendo ridurre la già contenuta crescita. Soluzioni alternative rispetto all’ipotesi di usare parte del Pnrr per sostenere le imprese in difficoltà, come suggerito da ambienti governativi?

«Una, facile facile, che i cittadini apprezzerebbero molto. Meloni, piuttosto che andare a baciare il c… di Trump, cito parole del presidente Usa, promettendo maggiori acquisti di armi e gas Usa come è scritto nel piano presentato da Tajani, perché non finanzia l'ombrello a protezione delle nostre imprese usando i miliardi destinati all’acquisto di armi americane? Piuttosto che sottrarre fondi ai piani strategici per lo sviluppo dei territori più depressi, perché Meloni non usa i 7 miliardi che vuole impegnare per comprare altri aerei militari F-35 oltre ai novanta ordinati?»

Torniamo in Sardegna. Decadenza Todde. Le opposizioni ritengono la legislatura prossima alla sua conclusione. Cosa rispondete?

«Il ritorno del duo Solinas-Truzzu potrà forse essere il sogno della destra ma diventerebbe l’incubo di tutti sardi. La Corte dei Conti si è espressa qualche settimana fa in termini positivi, lasciamo che sia adesso il Tribunale a sciogliere questo contrasto interpretativo di norme».

Comunali a Nuoro. Il Campo Largo sta aprendo la porta anche a nuovi raggruppamenti locali. Nei partiti a sostegno di Fenu anche coloro sino a ieri vostri avversari. Ma così non annacquate il profilo della coalizione?

«Lo diciamo da sempre ed è stata l’unica condizione che posi al tavolo della coalizione sarda che diede la luce all’attuale maggioranza: nel campo progressista entrano solo forze autenticamente progressiste. Questa regola valeva ieri e vale oggi. E il principale segnale di credibilità che oggi l’elettore pretende dalla politica».

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