La Nuova Sardegna

L’analisi

Rapine ai portavalori in Toscana e Sardegna, il procuratore: «Regia unica»

di Ilenia Mura
Rapine ai portavalori in Toscana e Sardegna, il procuratore: «Regia unica»

Chiesto ai ministri di Interno e Giustizia che la competenza delle indagini sia trasferita alla Direzione distrettuale antimafia

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Sassari Droga e tritolo, dalla Sardegna alla Corsica, in un’asse italo-francese, utile per mettere a segno altre rapine. Nell’isola e in Toscana, con la regia di bande modulari che cambiano in continuazione in base a luoghi e periodi degli assalti. Il legame fra isole di nazionalità diverse emerse fra il 2018 e il 2021, quando l’operazione Maddalena dei carabinieri sgominò un’organizzazione criminale specializzata negli assalti ai caveau e ai portavalori, nell’isola e nella Penisola. Trentadue persone in carcere all’epoca, ma sono undici quelle arrestate per l’ultima rapina in ordine di tempo sulla variante Aurelia in Toscana: tutto studiato, niente lasciato al caso. A parte quell’”Ajò, tutti ci siamo” ripreso da un video e rilanciato dai media nazionali che ha indirizzato gli investigatori verso gli anomali andirivieni fra i porti sardi e quelli della Toscana dei componenti della banda, sarda. In parte da ricostruire seguendo la pista che dovrebbe portare alla talpa che ha portato il gruppo di fuoco sull’Aurelia: «Ci stiamo lavorando», avvisa la Procura di Livorno.

Con una finestra che si apre verso un’altra pista, cinese, che potrebbe regalare molte sorprese. Assalti ai blindati e denaro da “ripulire”: questa volta l’asse potrebbe essere Cina-Sardegna, Cagliari-Prato, le indagini delle Procure del capoluogo sardo e Livorno sono in corso, così come confermano il procuratore capo di Livorno Maurizio Agnello e il procuratore generale di Cagliari, Luigi Patronaggio che chiede con forza ai ministri di Interno e Giustizia che la competenza delle indagini su fatti simili possano essere trasferite alla Direzione distrettuale antimafia: «È stata una iniziativa congiunta fra me e il procuratore della Repubblica di Cagliari vagliata anche dal Procuratore nazionale antimafia. Purtroppo ad oggi non abbiamo avuto riscontro».

Strade statali asserragliate da bande di criminali che imbracciano kalashnikov, maneggiano bombe a mano ed esplosivi per far saltare blindati. Veri e propri attacchi militari che mettono a repentaglio la vita dei cittadini. Così è avvenuto per gli assalti da 11 e 12 milioni al caveau della Mondialpol di Sassari, nel 2016 e nel 2024, con altri due andati a buca che avrebbero avuto lo stesso impatto. Nel 2018 colpo fallito. Nel 2020 sventato. Fenomeni criminali con «ramificazioni e regie uniche» le cui indagini «non possono essere spezzettate fra le varie Procure per non perdere il bandolo della matassa» secondo il pg di Cagliari Patronaggio. Dall’operazione Maddalena del 2021 saltò fuori che la gang aveva nei suoi piani anche un colpo alla Mondialpol di Cecina. Nel 2020 l’autotrasportatore desulese Giovannino Littarru, con base nell’Iglesiente, venne bloccato al porto di Cagliari con un carico di armi nascoste sotto un carico di legna. Rientrava dalla Toscana con tre kalashnikov, bombe a mano, cinque fucili, tre pistole, 400 munizioni, tritolo, dieci giubbotti antiproiettile, fascette e passamontagna. Era l’uomo della logistica della banda dove non mancano vedette, gruppi di fuoco, il basista. Fino alla talpa. Ancora da individuare nel caso dell’ultima rapina del 28 marzo scorso che ha già mandato in carcere i presunti colpevoli: accusati a vario titolo di rapina pluriaggravata, detenzione e porto in luogo pubblico di armi da guerra, munizioni, esplosivi, armi comuni da sparo, furto pluriaggravato e ricettazione.

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