Roma tenta di scippare il rally alla Sardegna: «Ma lo difenderemo con i denti»
La manifestazione fa gola oltre Tirreno e dopo 22 anni potrebbe traslocare. Giuseppe Meloni: «La Regione ha fatto e farà il possibile per blindarlo»
Sassari «Giù le mani dal Rally, questa corsa deve restare in Sardegna». A gomme e motori ancora caldi, con la polvere che è appena tornata posarsi sugli sterrati della Gallura, i titoli di coda sul Rally Italia Sardegna 2025 scorrono sul filo di una polemica tutta politica.
La manifestazione motoristica che negli ultimi 22 anni ha contribuito a scrivere la storia del campionato mondiale potrebbe presto dire addio all’isola che l’ha pensata, costruita e sostenuta per quasi un quarto di secolo. Sullo sfondo, una serie di giochi di potere che partono da molto in alto e arrivano ai livelli istituzionali più alti. Il chiacchiericcio delle ultime settimane, durante il lungo e affollato weekend gallurese si è trasformato in qualcosa di più solido e preoccupante: l’Automobile Club d’Italia, che organizza la manifestazione e che in tutti questi anni l’ha fatto in partnership con la Regione Sardegna, sarebbe intenzionata a spostare l’appuntamento mondiale nella Penisola. A Roma e dintorni, per la precisione, almeno per due ragioni: per regalare alla Capitale una manifestazione motoristica iridata, che al momento manca, considerando che i gran premi d’Italia di Formula Uno e MotoGp hanno coordinate decisamente lontane; e per assecondare, elemento tutt’altro che secondario, l’intraprendenza del governo che sta per mettere le mani proprio sull’Aci, attualmente commissariato. In rampa di lancio per la sostituzione di Angelo Sticchi Damiani, dichiarato decaduto dopo che un emendamento del governo ha trasformato l’Aci in ente pubblico (limitando dunque a tre i mandati), ormai da mesi ci sarebbe Geronimo La Russa, figlio del presidente del Senato.
«Le voci che già avevamo captato, in questi giorni sono diventate qualcosa di più – conferma Giuseppe Meloni, vicepresidente della giunta regionale e assessore al Bilancio –. Si dice che Roma sarebbe la prossima candidata a ospitare il Rally d’Italia. Riteniamo che sia un’ipotesi da non prendere assolutamente in considerazione, e infatti ci piacerebbe avere quanto prima un chiarimento sia dai vertici dell’Aci che da parte della politica ai massimi livelli. Noi come Regione abbiamo fatto tutto il possibile per sostenere questo evento. L’attuale amministrazione ha seguito l’iter sin dal primo giorno dall’insediamento, perché abbiamo capito l’importanza di una manifestazione di questo livello. Siamo stati a Monza in occasione della presentazione di questa edizione, abbiamo supportato l’organizzazione sia dal punto di vista logistico che prevedendo risorse per un triennio. Questa è stata un’edizione super, davvero da ricordare, proprio come l’avevamo pensata: l’organizzazione è stata perfetta. La manifestazione ha il nostro sostegno incondizionato anche in termini di risorse. Il Rally sardo non si tocca».
La giunta Todde ha stanziato 2,6 milioni di euro all’anno per il triennio 2025-2027, e l’obiettivo è proseguire. Ma nel frattempo l’accordo quinquennale tra Aci Sport e il promoter del World Rally Championship andrà rinnovato proprio quest’anno. E quindi? «Quindi abbiamo il timore fondato che Roma voglia inserirsi in questa partita – conferma Meloni –. Il Rally è una manifestazione sportiva ed è giusto che segua le dinamiche dello sport. Ma nel momento in cui ci trovassimo di fronte a scelte politiche che ci penalizzino, non potremo tirarci indietro. Per questo ora serve davvero il supporto di tutta la politica isolana, sia in Regione che in Parlamento, e non ho dubbi che i colleghi sardi di tutti gli schieramenti saranno dalla nostra parte in questa battaglia».