«Oddio, ora muoio»: terrore a bordo del volo Cagliari-Milano
Quell’attimo in cui pensi che tutto sta per finire: ecco il racconto di una passeggera sarda che sta per sposarsi
Sassari «Cose che pensi quando sei in aereo, serena e tranquilla, e ad un certo punto il comandante urla qualcosa di incomprensibile e dall’alto cadono le maschere dell’ossigeno. Che cosa sta succedendo? Oddio ora muoio. Ok mia madre è di fianco a me, almeno se muoio non la lascio sola». E poi: «Scrivo a Enrico – scrivo a papà – scrivo alla mia migliore amica - ma perché c***o non ascolto mai le hostess quando spiegano le procedure di emergenza?».
Elena Cherri sta per sposarsi. Stava partendo da Cagliari per andare a Milano dove ha studiato e lavorato e dove anche l’altro giorno è andata per misurare il suo bellissimo abito da sposa. Era felice, con lei c’era la madre Marina Calabrò. Poi, in volo, qualcosa è andato storto.
Paura e momenti di tensione a bordo del volo Cagliari–Linate di Aeroitalia, partito nella serata di martedì 10 giugno, quando a causa di un guasto tecnico legato alla pressurizzazione dell’aereo si sono addirittura aperte le maschere d’ossigeno. L’episodio, fortunatamente senza conseguenze gravi, ha provocato grande apprensione tra i passeggeri, molti dei quali hanno vissuto minuti di forte disagio.
Ed ecco che la futura sposina, figlia di un imprenditore di Iglesias a capo di una rinomata azienda che fabbrica biciclette dagli anni Settanta, comincia a pensare alla sua vita. Così come han fatto tutti gli altri passeggeri sul volo in partenza delle 19.50, costretto a una discesa d’emergenza per un problema tecnico legato alla pressurizzazione della cabina.
«Madonna ma io devo sposarmi tra un mese ci tenevo così tanto – avrò detto a tutti quelli a cui voglio bene quanto gli voglio bene? Se inizio ora, finisco che sono già sfracellata a terra -ma cos’altro mi deve capitare ancora? Nel mentre, il comandante dice che c’è stata una depressurizzazione e che, non essendo garantita la respirazione naturale, le maschere servono a questo. Respirate anche se i sacchetti non si gonfiano. Leggi sto benedetto opuscolo e prova a restare lucida. L’emergenza è passata. Nel mentre, tutti beviamo acqua, tutti contiamo i minuti che ci separano dall’atterraggio e speriamo di arrivare sani e salvi».
E questo post lo scrive «mentre sono ancora in volo così esorcizzo la paura. Ma quando pensi che quella potrebbe essere l’ultima volta che hai salutato chi ami, non è bello. 33 anni di aerei presi in totale serenità, spero sia questo l’unico inconveniente che mi capiterà».