La Nuova Sardegna

La situazione

La Sardegna è l’unica isola del Mediterraneo che si spopola

di Massimo Sechi
La Sardegna è l’unica isola del Mediterraneo che si spopola

Persi 100mila residenti in 10 anni. Segni positivi in Corsica, Baleari, Canarie, Cipro e Malta

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Sassari Quasi centomila residenti persi in dieci anni, un calo del 5,8% della popolazione sarda. Se volessimo fare un raffronto è come se in un colpo solo avessimo perso i residenti di Olbia, Porto Torres e Sorso messi insieme. Il convegno "Arrivi, partenze e percorsi migratori: capire i dati per interpretare la realtà", ospitato nei giorni scorsi nella sede della Fondazione di Sardegna a Cagliari, è stato l'occasione per discutere e analizzare una situazione demografica che per la nostra isola si fa sempre più critica. Nel corso dell'iniziativa sono stati presentati il Rapporto Italiani nel Mondo 2024 della Fondazione Migrantes e il rapporto METE del CREI-ACLI sulle migrazioni in Sardegna.

Una Regione che si svuota

Al 2025, la Sardegna conta 1.561.339 abitanti, pari al 2,65% del totale nazionale. La popolazione è invecchiata, con il 27,43% degli abitanti di 65 anni e oltre, la terza percentuale più alta in Italia. Al contrario, la fascia di età 0-14 anni è la più bassa a livello nazionale, con appena il 9,75%. Il tasso di fecondità di 0,91 figli per donna è il più basso a livello nazionale, ma oltre a questo la Sardegna registra anche l'età media al primo figlio più alta, pari a 32,5 anni. Le proiezioni demografiche delineano uno scenario ancora più drammatico: nel 2050 si stimano tra 1,24 e 1,36 milioni di abitanti. Il saldo naturale della Sardegna è fortemente negativo (-11.412), con un numero di morti significativamente superiore alle nascite.

Nonostante un saldo migratorio positivo con l'estero (+2.578), il saldo migratorio interno è negativo (-280), portando a un bilancio totale annuo di -9.114 abitanti. Questa perdita naturale è comparabile a quella di regioni con popolazioni 3-4 volte maggiori come Puglia e Campania. Nonostante la Sardegna registri la percentuale più bassa di stranieri residenti in Italia, con 55.377 individui (3,55% della popolazione) nel 2025, ben al di sotto della media nazionale del 9,2%, tra il 2024 e il 2025 si è comunque registrato un aumento di 3.336 residenti stranieri. Il loro contributo all'economia sarda è stimato in 1,177 miliardi di euro di PIL, pari al 3,2% del valore aggiunto regionale.

Il confronto con le Isole Mediterranee ed Europee

Il rapporto METE ha evidenziato un confronto critico tra la Sardegna e altre isole europee e del Mediterraneo. Mentre la Sardegna ha subito un calo demografico del -5,8% tra il 2016 e il 2025, altre isole hanno registrato crescite significative grazie a politiche mirate: Baleari e Canarie sono cresciute rispettivamente del +19,92% e +6,60% nello stesso arco di tempo, favorite da fiscalità agevolata, attrattività turistica, investimenti in innovazione e competenze elevate, oltre a politiche per lo smart working. La Corsica ha visto un aumento dell'11% grazie a fiscalità e investimenti pubblici. Cipro ha registrato un incremento del +12%, promuovendo il rientro dei giovani, lo smart working e l'attrazione di capitale umano altamente qualificato. Malta ha avuto la crescita più significativa, con un +30%, frutto di fiscalità vantaggiosa, investimenti in innovazione e un sistema di accoglienza qualificata. Creta ha avuto un andamento demografico stabile, grazie a un'attenzione ai servizi pubblici e alle infrastrutture.

Sardi all'estero e mobilità giovanile

I dati AIRE al 1° gennaio 2024 attestano un aumento dei sardi residenti all'estero, saliti a 130.217 unità, con un incremento di 1.867 rispetto al 2023. L'incidenza degli iscritti AIRE è particolarmente elevata in alcuni piccoli comuni, come Bidonì (90,2% degli iscritti rispetto ai residenti). Per quanto riguarda la mobilità universitaria, nell'anno accademico 2023/24, il 17% dei 43.026 studenti universitari sardi (ovvero 7.184) si è trasferito fuori dall'isola per motivi di studio, un dato in crescita rispetto all'11,3% del 2010/11. Inoltre, la Sardegna registra un allarmante 14,50% di giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato prematuramente il sistema di istruzione e formazione, ben al di sopra della media nazionale del 9,80%.

Nel corso del convegno Marisa Fois, ricercatrice della Fondazione Migrantes, ha evidenziato la complessità della migrazione e l'urgenza di valorizzare le energie disperse, promuovendone il rientro. Delfina Licata, curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo, ha posto l'accento su come l'emigrazione contemporanea sia spinta dalla ricerca di realizzazione esistenziale che include non solo una migliore condizione lavorativa e retributiva, ma soprattutto l'opportunità di crescita personale e professionale. Infine, Matteo Bracciali, vicepresidente della Federazione ACLI Internazionali, ha spiegato il cambiamento significativo introdotto dalla legge 72 del 25 maggio, che ha ridotto a due generazioni la possibilità per i figli di emigrati di richiedere la cittadinanza italiana.

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