Pazienti oncologici: una gestione ad hoc
Il piano della Regione: gli esami assegnati in automatico sulla base di percorsi terapeutici
Sassari Esiste un criterio di prenotazione basato sulle classi di priorità delle visite (urgente, breve, differita e programmata) che dovrebbe garantire degli spazi sempre disponibili a seconda della gravità della patologia. Viene applicato correttamente? Capita che anche dei sospetti tumori restino in stand by per mesi. Oppure che le agende per le prestazioni diagnostiche più critiche talvolta risultino chiuse. Questo non sarebbe consentito per legge, ma purtroppo è un fenomeno ricorrente. «Io sono per un Cup proattivo che si faccia carico del paziente in maniera definitiva - spiega Luigi Minerba – Per quanto riguarda le patologie gravi, come ad esempio i tumori, sono convinto che gli oncologici debbano avere una propria rete e un percorso che va fuori dal cup. La gestione degli esami e delle visite deve essere automatica, con tappe già programmate dagli specialisti di riferimento. C’è una sigla che definisce questa casistica: Pdta. Sono i Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali che rappresentano uno strumento utilizzato in tutto il mondo per determinate categorie di pazienti. Se io soffro di una patologia cronica non devo ogni volta programmare la visita, andando dal mio medico di base per rifare ogni volta l’impegnativa e sperare nella lotteria dell’appuntamento. Devo essere preso in carico una volta per tutte, mi viene programmato il calendario di visite e accertamenti nel tempo. Quanto alle agende chiuse, mi rifiuto di credere che le aziende contravvengano la legge. Penso che l’esame non disponibile non sia stato riprogrammato per l’anno successivo. E a quel punto l’operatore del Cup avrà la premura di appuntarsi il nominativo del paziente, e richiamarlo non appena l’esame indisponibile sia riprogrammato in agenda. (lu.so.)