Porto Rotondo, dal sogno dei fondatori di una nuova Portofino all’assalto dei turisti
Fin da subito divenne la meta preferita di attori, cantanti, reali e personaggi del jet set
Porto Rotondo Può sembrare strano, ma non fu Porto Rotondo, o meglio quel pezzo di paradiso che c’era a nord di Olbia, la prima scelta dei Donà dalle Rose. I conti veneziani avevano acquistato la penisola di Coluccia, a Santa Teresa, ma un guasto alla barca fece saltare il contratto. Nel frattempo Vittorio Cini, imprenditore, politico e filantropo, seguendo l’esempio di quanto stava creando l’Aga Khan qualche chilometro più a nord, comprò tutti i terreni su cui sarebbe poi sorto Porto Rotondo. Il suo primo investimento fu l’hotel Abi d’Oru, sul golfo di Marinella, ma il primo anno che aprì rimase vuoto. Fu allora, siamo nel 1964, che entrarono in scena i Donà dalle Rose, figli di un amico di Cini. «Fu trovato un accordo e prendemmo i terreni del porto per fare una nuova Portofino in Sardegna: una piazza, una chiesa e un porticciolo», raccontava alla Nuova qualche anno fa il conte Luigino. All’inizio il borgo erano solo lotti di ville e l’hotel Sporting, che allora aveva solo 10 stanze. Per realizzare la piazzetta e la chiesa i conti si rivolsero ad Andrea Cascella e Mario Ceroli, che qualche decennio più avanti avrebbe disegnato anche il teatro e la torre campanaria interamente finanziata dalla stilista Krizia, una delle pioniere del borgo.
Decine di vip Fin da subito infatti Porto Rotondo divenne la meta preferita di attori, cantanti, reali e personaggi del jet set. Merito di un passaparola tra vip. Il primo fu Philippe Leroy. Poi la principessa Ira Fürstenberg, una delle donne più belle del mondo, a cui i Donà regalarono il lotto su cui sorse la sua villa, affacciata sulla spiaggia che da allora porta il suo nome, appunto spiaggia Ira. E ancora Virna Lisi, Monica Vitti, Michelangelo Antonioni, Marco Ferreri, Francesco Rosi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Paolo Villaggio, Gianni Morandi, Walter Chiari, Claudia Cardinale, Florinda Bolkan e Marina Cicogna, Renato Salvatori e Annie Girardot, Mogol, Johnny Dorelli e Catherine Spaak, Bernie Ecclestone, Shirley Bassey, Raquel Welch. E Umberto Agnelli, i Barilla, i Bulgari, i Malagò, Inge Feltrinelli. E ovviamente Marta Marzotto, che di Porto Rotondo sarebbe diventata la regina indiscussa. Erano gli anni in cui il borgo, come un po’ tutta la Costa Smeralda, era il rifugio estivo di un mondo che voleva sfuggire ai riflettori.
La metamorfosi Nel 1985 l’allora presidente del Senato Francesco Cossiga
riesce a fare partire la visita ufficiale in Italia di Carlo d’Inghilterra e della principessa Diana proprio da Porto Rotondo, con un pranzo reale apparecchiato proprio in piazzetta San Marco. Ma con il passare degli anni anche il borgo inizia a cambiare pelle, diventando, come anche Porto Cervo e dintorni, non più buen retiro lontano da occhi indiscreti ma vetrina di chi ha tutto l’interesse ad apparire. Il borgo cresce, aumentano le seconde case, le discoteche, le spiagge iniziano il loro processo di romagnizzazione. E così quei vip che amavano passeggiare scalzi tra il porto e piazzetta San Marco emigrano verso altri lidi. Sono gli anni in cui Porto Rotondo finisce anche nel mirino della mafia e della banda della Magliana. Siamo tra gli Ottanta e i Novanta. Porto Rotondo è la capitale del divertimento. Ogni notte il borgo viene preso d’assalto da migliaia di persone che invadono i locali e bloccano le strade, impedendo anche il passaggio di una ambulanza. Si decide di chiudere al traffico: entrano solo i residenti con l’ambito pass, per gli altri non resta che la navetta.L’era berlusconiana Siamo nella Seconda repubblica, Silvio Berlusconi si alterna tra Palazzo Chigi e la Certosa. A Porto Rotondo arrivano i potenti del mondo: Putin, Blair, Aznar e l’indimenticato Topolanek
, l’ex premier ceco paparazzato mentre si tuffa in versione adamitica nella piscina della villa di Berlusconi. Che, di fatto, è il cittadino più illustre di Porto Rotondo, anche se, fatta eccezione per qualche capatina in piazzetta o in discoteca nelle sue estati più discusse e discutibili, non è che nel borgo si vedesse tantissimo. Ma con la sua morte è finita un’epoca anche per Porto Rotondo.