Criminalità organizzata in Sardegna, il Siap: «Servono più uomini per contrastarla»
Mafia nell’isola: il segretario generale del sindacato di polizia interviene dopo le «preoccupanti» dichiarazioni del procuratore generale di Cagliari Luigi Patronaggio
Sassari «Criminalità organizzata sempre più presente, servono risposte immediate». La denuncia del Siap - Sindacato italiano appartenenti polizia – arriva dopo le dichiarazioni sulla criminalità organizzata in Sardegna del procuratore generale di Cagliari Luigi Patronaggio come quelle in cui afferma che «i tentacoli della mafia hanno stretto Alghero, investimenti nei lidi e nei ristoranti». Parole che hanno indotto il segretario generale del sindacato in Sardegna, Daniele Rocchi, a lanciare un nuovo appello alle istituzioni centrali per il rafforzamento urgente degli organici delle forze dell’ordine in Sardegna, con particolare riferimento al territorio di Alghero.
«Nonostante i nostri costanti appelli – scrive Rocchi – il Ministero dell’Interno ha dimenticato la Sardegna, determinando un manchevole potenziamento di uomini e donne in divisa, mentre, nel frattempo, dilagano manifestazioni di strutture criminali che, inconfutabilmente, cristallizzano l’edificazione di bande con una crescente dose di malavita che alimentano la paura dei cittadini. L’ultimo tentativo di assalto ad un portavalori tra sulla statale 387, avvenuto qualche giorno fa nella zona di Sant'Andrea Frius, è la risultante di quello che il Siap denuncia da sempre, ovvero un fronte di sicurezza insufficiente ai reali bisogni della cittadinanza e degli stessi operatori di polizia».
«È oramai di tutta evidenza che la Sardegna – continua il segretario generale Siap Sardegna, Daniele Rocchi – si espone a più forme di criminalità organizzata, camaleontiche infiltrazioni mafiose che proiettano i loro affari soprattutto nell’ambito del tessuto economico turistico. Non c’è più tempo di analisi o sofismi vari, dobbiamo rendere più funzionali le nostre risorse nonché le scelte per la conservazione di una serenità comune, che vuol dire garantire più sicurezza ai sardi».
«Ricordo che il SIAP – conclude Rocchi – ha già nelle manifestazioni primaverili, preteso un potenziamento degli organici in Sardegna, ma il personale che è arrivato non ha sortito le adeguate rassicurazioni numeriche per garantire le rutinarie operatività, figuriamoci per contrastare l’espansione di fenomenologie criminali di rilevante caratura. Allo stato attuale la Sardegna versa in una grave carenza di personale che riguarda le Specialità, la Scuola di Polizia CAIP di Abbasanta e sicuramente non ultime le Questure. L’isola non può essere il laboratorio criminale di consorterie mafiose pugliesi, calabresi, campane o straniere». Ecco perché il Siap chiede con urgenza «un piano straordinario di rafforzamento degli organici già dal prossimo dicembre per consentire un monitoraggio costante e trasparente sul fenomeno criminale mafioso e degli investimenti privati nei settori a rischio» e «il giusto ascolto delle rappresentanze sindacali anche nei tavoli di sicurezza territoriale».