Omicidio di Marco Mameli, l’inchiesta rivela la minaccia di Paolo Migali: «Stai lì o ti pungo»
Le telecamere inquadrano la mano e il coltello che ha ucciso il giovane di Ilbono
Bari Sardo Nelle registrazioni di quella notte c’è una voce attribuita dall’inchiesta a Migali, che dà un avviso, verosimilmente a Marco Mameli: il giovane gli si sta avvicinando perché la situazione di Andrea Contu sta pericolosamente deragliando. Marco è fuori telecamera, che invece riprende Paolo Migali e i suoi rapidi movimenti in successione. Ha un atteggiamento che il gip definisce di sfida.
La telecamera capta anche l’ombra di Migali, la mano sinistra libera, nella mano destra un oggetto affilato. L’audio coglie l’ultimo avvertimento: “stai lì o ti pungo”. Sono le 23, quattro minuti e 20 secondi, per Marco Mameli il margine tra la vita e la morte è una striscia lunga cinque secondi. Subito dopo ci sono le urla di chi dice per tre volte “No, no, no”, la voce di Niccolò Madrigale. Alle 23.4.22 Marco è morto, la testa cadente sul selciato
La via Santa Cecilia brulicava di ragazzi e ragazze. C’erano anche adulti. Ma pochi racconteranno in modo chiaro le sequenze di quella morte. Uno dei ragazzi dirà ai familiari della vittima, in una conversazione registrata, di averne incrociato lo sguardo, in una frazione di secondo, prima che lo accoltellassero. Marco non aveva parlato, forse non si è accorto di quello che stava per accadere. E dopo, nel fuggi fuggi generale, un altro amico prova a sostenerlo per le ascelle. Ma ormai è tutto perduto.(si.se.)