Paolo Migali bandito dai bar per due anni: «Aggressivo e violento»
Il questore di Nuoro aveva emesso un provvedimento che vietava al presunto autore del delitto di entrare nei locali pubblici dove si somministravano alcolici anche da asporto
Girasole Due anni fa, Paolo Migali a Santa Maria Navarrese si era reso protagonista di un episodio piuttosto grave, tale da far emettere al questore di Nuoro un provvedimento di divieto di entrare in tutti i bar e nei luoghi in cui venivano somministrati alcolici, anche da asporto, per due anni. Il provvedimento risale al 3 marzo 2023. Paolo Migali, nel febbraio precedente, davanti a una discoteca di Santa Maria Navarrese, durante una lite tra ragazzi, aveva tirato fuori un coltello e minacciato varie persone. Per questa ragione era stato ritenuto incapace di gestire la propria aggressività. Non solo: secondo il provvedimento, avrebbe anche dimostrato di essere totalmente indifferente alle conseguenze delle sue azioni. La vicenda era finita così, con questo provvedimento, senza spargimento di sangue, solo perché una persona era intervenuta per calmarlo ed era riuscita ad allontanarlo prima che succedesse qualcosa di irreparabile. Prima che accadesse, magari, quel che poi è accaduto alla festa di carnevale a Bari Sardo.
Ventisette anni, Migali vive a Girasole con la famiglia. Questa fama da provocatore, con la tendenza a perdere le staffe e a tirare fuori il coltello, che, almeno stando agli amici, aveva sempre con sé, Paolo Migali ce l’aveva. Lo aveva raccontato anche Andrea Contu agli inquirenti dopo il ferimento. Senza peraltro spiegare da cosa fosse nato il diverbio; bisogna andare a pescare le dichiarazioni di uno dei tanti ragazzi che la sera del primo marzo erano nel bar Sa Stiria: Contu avrebbe sfilato la maschera da polpo che indossava Migali, e sotto la quale aveva un sotto casco nero. Da qui sarebbe nato tutto? Non è stato chiarito.
Il punto è che da questa condotta sono scaturite le valutazioni legate alle esigenze di custodia cautelare. Un’aggressività che ha portato il gip a ritenere possibile il reiteramento del reato. Le azioni di pressione esercitate sugli amici per capire fino a che punto potessero sostenere la sua tesi, ed evidentemente la totale mancanza della percezione della gravità sociale dell’accaduto. L’episodio del 2023, per lo svolgimento, l’evoluzione dell’aggressione alle persone che si stavano divertendo (allora in discoteca), e il tirare fuori il coltello con il quale minacciare seriamente l’incolumità degli altri, tutti questi elementi sembrano perfettamente sovrapponibili a quanto accaduto a Bari Sardo.
Anche in un’altra occasione Paolo Migali si sarebbe reso protagonista di un’aggressione a Tortolì. Tutti elementi che messi insieme hanno convinto il gip della sua pericolosità e del fatto che, potendo accedere a strumenti di offesa, non avrebbe remore ad utilizzarli.
Nei prossimi giorni, con tutta probabilità lunedì, Paolo Migali comparirà davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia. Il suo legale ha rimesso il mandato subito dopo il suo arresto. Deve rispondere di accuse pesantissime, l’aver ucciso Marco Mameli, la cui colpa è stata quella di essere stato l’unico a intervenire per difendere Andrea Contu, che Migali aveva, come lui stesso ha ammesso, ferito in precedenza. La famiglia di Marco Mameli ha affidato la tutela dei suoi interessi all’avvocato Gianlugi Mastio. (si.se.)