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Franciscu Sedda: «La Sardegna è diversa, rispetto al resto del Paese ha una storia di nazione»

di Massimo Sechi
Franciscu Sedda: «La Sardegna è diversa, rispetto al resto del Paese ha una storia di nazione»

Il professore di Semiotica delle lingue e dei linguaggi all’università di Cagliari: «Quella che viene fuori dal report è una fotografia che rivela un nodo storico e politico irrisolto»

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Sassari «Non mi sorprende che solo tre sardi su dieci si sentano prima di tutto italiani. Se allarghiamo lo sguardo a chi dice di essere solo sardo o più sardo che italiano, la percentuale supera abbondantemente il 50%». Per Franciscu Sedda, professore di Semiotica delle lingue e dei linguaggi all’università di Cagliari quella che viene fuori dal report è una fotografia che rivela un nodo storico e politico irrisolto.

Perché molti sardi non si sentono italiani?
«La Sardegna ha una storia e una geografia totalmente differenti da quelle della penisola, per questo i sardi continuano a mantenere un forte senso di appartenenza. È un’identità che si lega alla lingua, al paesaggio, alle tradizioni. Certo, da qui poi a trarre implicazioni e conseguenze politiche ce ne passa, perché poi i sardi quando votano non esprimono tutta questa diversità».

Perché secondo lei?
«Si è perso il valore civile, nazionale sardo che dovrebbe fondare un progetto collettivo di autogoverno e autodeterminazione. Le classi dirigenti hanno trattato la diversità sarda come un sentimentalismo da orientare verso l’esterno, dentro quello che io chiamo il binomio di orgoglio e integrazione. Così l’orgoglio dei sardi di dimostrare in Italia il proprio valore ha drenato risorse umane, intellettuali e politiche. Oggi rischiamo di svuotarci non solo in termini di popolazione, ma anche di capacità di azione politica».

Identità sarda e appartenenza italiana possono convivere?
«L’appartenenza italiana è molto recente e tutto sommato breve. Abbiamo avuto dominazioni più lunghe come quella spagnola. Il dato vero è che da almeno 3000 anni i sardi si identificano come sardi e continueranno a identificarsi così anche se non ci fosse l’Italia»

Rispetto alle altre regioni questo senso di appartenenza è molto più forte in Sardegna
«La Sardegna ha una storia di nazione che non può essere confusa con la classica diversità che c’è in Italia. Certo, in Italia c’è tanta diversità. Però la diversità che le Marche esprimono rispetto all’italianità non è comparabile con la diversità che la Sardegna esprime rispetto all’italianità. Dovremmo trasformare tutto questo in una consapevolezza che si tramuta in una capacità di stare anche davanti allo Stato italiano. Io, ad esempio, vorrei vedere se riscrivessimo lo Statuto sardo mettendo all’articolo 1 che la Sardegna è una nazione se lo Stato italiano lo accetta».

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