Stefano Oppo: «Quando salgo in barca rappresento l’Italia, ma il cuore resta qui»
È uno dei grandi protagonisti del canottaggio azzurro: campione del mondo, argento olimpico a Parigi 2024 e bronzo a Tokyo 2021. Nato a Oristano sente tantissimo il legame con la sua terra
Sassari «Se mi chiedono come mi sento la mia risposta è sardo, italiano ed europeo, magari europeo non esattamente sullo stesso piano dell’appartenenza alla Sardegna e all’Italia».
Stefano Oppo è uno dei grandi protagonisti del canottaggio azzurro: campione del mondo, argento olimpico a Parigi 2024 e bronzo a Tokyo 2021. Nato a Oristano sente tantissimo il legame con la sua terra ma questo non pregiudica il senso di appartenenza anche nei confronti dell’Italia. «Il carattere che ci contraddistingue e le difficoltà legate all’insularità mi hanno forgiato – aggiunge Oppo–. Da ragazzo per gareggiare avevo molti più ostacoli di un laziale o di un lombardo. Questo però mi ha dato spirito di adattamento e forza di volontà in più rispetto a tanti colleghi».
Ci si può dunque sentire allo stesso tempo sia sardi che italiani?
«Assolutamente sì. È fondamentale mantenere le proprie radici, ma bisogna aprirsi ad un mondo che è sempre più globalizzato. Io come ho detto mi sento sia sardo, che italiano ed europeo ed ognuna di queste appartenenze non prevarica le altre, ha la sua importanza specifica. Non si escludono, al contrario devono camminare sempre di più insieme».
La sorprende che tanti nell’isola si definiscano prima di tutto sardi?
«Non molto. Anzi, devo dire che non avessi fatto l’esperienza di rappresentare l’Italia, forse anch’io avrei risposto allo stesso modo. Ma avendo avuto l’onore di portare la maglia azzurra, sento che è importante essere parte di questo Stato, con i suoi pregi e difetti, di condividere sia le gioie che i dolori. E cerco anche di trasmetterlo il più possibile anche agli altri».
Quindi non c’è conflitto tra sentirsi sardi e sentirsi italiani?
«No, per niente, anzi. Le radici sarde non pregiudicano nulla, arricchiscono. Bisogna sentirsi parte di entrambe le realtà allo stesso livello. Certo, se certe cose non funzionano nella nostra Sardegna, come la continuità territoriale, questo rischia di allontanare ancora di più l’isola al resto del Paese. Ma il punto è sentirsi pienamente parte di entrambe le realtà».
E sul piano sportivo?
«Significa che quando salgo in barca rappresento l’Italia, ma la Sardegna è sempre con me. L’orgoglio dell’isola non si cancella, anzi mi accompagna in ogni competizione e in ogni risultato».