Mondiale Rally, la Regione pronta a tutto per evitare lo scippo di Roma – TUTTE LE NOVITÀ
L’assessore Franco Cuccureddu: «Un giro d’affari da almeno 80 milioni di euro, siamo disponibili ad aumentare le risorse»
Sassari Questo è il sacco da Roma. Una rivisitazione tutta basata sulle sorti della tappa italiana del Mondiale rally Wrc. Dopo mesi di lavoro sottotraccia, è uscita allo scoperto l’ambizione della Regione Lazio – con Roma Capitale – di portare i migliori piloti del mondo a sfrecciare a due passi dal Colosseo. Niente è ancora stato firmato però, e per questo in extremis dalla Sardegna non mollano l’osso e rilanciano: «Se è una questione di risorse economiche, siamo subito pronti a incrementare lo stanziamento». Lo pensano tutti tra governatrice e giunta, lo dice chiaramente l’assessore regionale al Turismo Franco Cuccureddu. Come a un’asta, a chi offre di più. L’idea non fa impazzire, ma la Regione è disposta a sedersi al tavolo e giocare tutte le fiches che ha a disposizione, perché il ritorno di immagine ed economico è alto: «Un giro d’affari da almeno 80 milioni di euro». Al momento dalle tasche sarde per un’edizione escono quattro milioni di euro. Tre messi sul piatto dalla Regione e un milione spartito tra Alghero e Olbia. Dagli uffici delle principali cariche politiche sono sicuri che la cifra si possa alzare fino a soddisfare le richieste degli organizzatori almeno per il 2026. Ma i giocatori allo stesso tavolo da poker sono tanti.
Le trattative C’è il Lazio che punta sulla seduzione della città eterna, e dopo una continuità lunga ventuno tappe mondiali – il primo Rally Italia Sardegna è del 2004 – propone il rinnovamento della competizione portandola nella capitale, tra sanpietrini e storia. C’è l’Aci che ha da poco eletto il suo presidente, Geronimo La Russa, figlio di quel La Russa presidente del Senato, ma che per il momento rimane commissariato. E quindi al suo fianco siede il Governo nella figura di Andrea Abodi. Il ministro dello Sport che ha già incontrato la presidente della Regione Alessandra Todde e il vice Giuseppe Meloni. Per i vertici sardi doveva essere l’incontro del “teniamo il mondiale nell’isola”, per il ministro è stato l’incontro del “il mondiale no, ma non vi lasciamo a mani vuote”. C’è Wrc promoter, quindi, l’organizzazione che mette in piedi ogni anno la manifestazione internazionale. Il senior director Simon Larkin, d’altronde, con la schiettezza che contraddistingue chi non proviene dall’Italia, non ha fatto troppi giri di parole: «L’ambizione è spostare l’evento Wrc a Roma già a partire dal 2026» e lasciare alla Sardegna «il Campionato europeo rally». Al tavolo, che inizia a essere piuttosto largo, c’è anche la Fia, e la federazione internazionale dell’automobile preferisce vedere i salti di Ogier, Rovanpera, Tanak e Neuville con gli sfondi di Tavolara e Capo Caccia.
Da Roma Bocche cucite ai piani alti della Regione Lazio, il presidente Francesco Rocca «ha una giornata molto impegnata», dicono dal suo entourage, e la questione rally non sembra essere tra i punti in agenda. L’assessore allo Sport di Roma, Alessandro Onorato, fa sapere che non ci sono interlocuzioni, che il mondiale rally non è un argomento di discussione e che, solo se dovesse presentarsi l’occasione, il Comune si dirà disponibile a ospitare l’evento. È chiaro che dalla capitale non vogliano interpretare il ruolo dei predatori. Ma è anche vero che oltretirreno c’è una figura importante che si muove tra addetti ai lavori e organizzazioni, Max Rendina. Leggenda delle quattro ruote motrici, ha trasformato il Rally di Roma e da qualche anno ha già messo nel mirino il sogno di portare le auto del Wrc a pochi metri dal Circo Massimo.
Sport e immagine L’assessorato al Turismo un anno fa si è sfilato dalla gestione della tappa Italia Sardegna del mondiale Wrc. L’edizione 2025 infatti aveva l’egida di Sport e Pubblica istruzione. Ma Franco Cuccureddu nega che fosse un fuggi fuggi anticipato, e anzi rilancia: «Dobbiamo fare una battaglia per mantenerlo». Ragiona da attrattore di turisti, «questo evento raggiunge un target difficilmente raggiungibile in altro modo, gli appassionati dei motori sono altospendenti», e ragiona da manager, tirando un po’ le orecchie ad amministrazioni locali e privati: «Possiamo fare di più, per un evento così grosso in altre regioni ci sarebbero merchandising, vetrine, convenzioni con locali, iniziative per settimane». Cuccureddu ricorda: la Regione ha già stanziato i fondi fino al 2027, «e siamo disponibili a incrementarli. Nessuno ci ha detto la motivazione di questo possibile spostamento, sembra un’asta e il governo non può permettere che si crei una concorrenza che ingrassa i promoter. Ma noi arriviamo alle stesse somme del Lazio se necessario. Non è una spesa, è un investimento». © RIPRODUZIONE RISERVATA