Roberta Bruzzone: «Quella di Ragnedda non è paura: ha sparato tre volte al viso di Cinzia per annientarla»
La criminologa analizza l’omicidio e il profilo psicologico dell’assassino
Sassari La criminologa Roberta Bruzzone, intervistata dalla Nuova Sardegna, analizza l’omicidio di Cinzia Pinna. «Il quadro del buon samaritano non regge. Emanuele Ragnedda non ha caricato in auto una ragazza per aiutarla, ma ha individuato un soggetto fragile, facilmente manipolabile, e l’ha portata nella sua tana». E sull’abuso di cocaina e alcol: «Sono amplificatori di impulsi, non cause. Soprattutto su una personalità narcisista e con senso di onnipotenza. Lui si sente superiore al resto del mondo. Tende a svilire il prossimo, come quando ha gettato via Cinzia come fosse un giocattolo rotto». Quanto alla “Dama Nera” che l’ha aiutato: «Il favoreggiamento è inquietante, soprattutto se arriva da una donna. Non si tratta di amore, ma di un rapporto tossico fondato su interessi. Lei non protegge l’uomo, protegge l’investimento economico che quell’uomo rappresenta».
L’intervista completa sul giornale in edicola domenica 5 ottobre e nell’edizione digitale.