La Nuova Sardegna

Il riconoscimento

Due studenti sardi tra gli Alfieri: Mattarella premia Valentino e Martina

di Francesco Zizi
Due studenti sardi tra gli Alfieri: Mattarella premia Valentino e Martina

Lai e Sechi selezionati tra i 25 cervelloni più meritevoli di tutta Italia

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Sassari Dalla loro Sardegna al Quirinale, per ricevere dalle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella il riconoscimento più prestigioso per uno studente italiano. Valentino Lai e Martina Sechi, poco più che maggiorenni, sono tra i 25 Alfieri del lavoro 2025: i diplomati più meritevoli d’Italia. Una media record, costanza, sacrificio, volontariato e tanta passione: ingredienti che li porteranno a presentare alle 11 (di oggi 24 ottobre) la loro isola davanti a Sergio Mattarella e al presidente della Camera Lorenzo Fontana.

«È un grandissimo onore», dice Valentino, classe 2006 di Sant’Antioco, visibilmente emozionato. «Ho stentato a crederci, ma sono fiero di rappresentare la Sardegna. È un riconoscimento che ripaga anni di studio e sacrifici». Martina sorride ricordando le modalità un po’ rocambolesche con cui è venuta a sapere che avrebbe incontrato il presidente Mattarella. «Cercavano di contattarmi ma avevo cambiato il numero di telefono. Non capivo perché mi chiamassero con così tanta insistenza. In tutto questo ero a Bristol perché ho iniziato l’università qui. Sicuramente avrei preferito essere a casa per abbracciare i miei familiari, ma è stato bellissimo ugualmente». I due giovani alfieri sono arrivati a Roma, ospiti dell’Agenzia spaziale italiana e della Camera dei deputati, per prendere parte agli incontri istituzionali che precedono la cerimonia ufficiale di oggi al Quirinale. «Ci recheremo al palazzo del Presidente e saremo abbinati a un Cavaliere del lavoro – spiega Valentino –. Saranno presenti sia il capo della Stato, naturalmente, che il presidente della Camera». Dietro questo importante traguardo c’è un percorso fatto di impegno e passione. Martina, di Oristano, anche lei classe 2006 confessa: «Sicuramente è importante fare sacrifici e studiare, però serve anche tanta curiosità e passione, questo facilita tutto. Io oltre lo studio ho sempre portato avanti anche altre attività come il tennis e il volontariato per Save the Children». Valentino invece racconta che la strada non è stata affatto semplice: «Mi sono dedicato molto alla carriera scolastica, ma ci sono stati anche periodi difficili. La poesia è sempre stata la mia valvola di sfogo: lenisce il dolore e ridà equilibrio. Spesso si parla solo del lato luminoso del successo, ma dietro ci sono anche notti insonni e sacrifici».

Alla domanda “che cosa vuoi fare da grande?”, hanno entrambi le idee ben chiare. «Io sto studiando Neuroscienze all’università di Bristol – racconta Martina –, e vorrei portare avanti percorso di ricerca sulle malattie neurodegenerative». Valentino, appassionato di lingue e letteratura ha deciso di proseguire nel campo della mediazione linguistica. «Non abbiamo ancora festeggiato – racconta Valentino –, ma questo è un bel punto di partenza per il futuro». Martina invece aggiunge: «Non ho ancora rivisto i miei genitori e i miei nonni, che mi hanno sempre sostenuta. A loro va il mio ringraziamento più grande».

La selezione per diventare Alfiere del lavoro è tra le più severe. Ogni anno i dirigenti scolastici segnalano migliaia di studenti, ma solo in 25 vengono scelti per il premio istituito dalla Federazione dei Cavalieri del lavoro. Quest’anno i venticinque cervelloni hanno tutti raggiunto risultati compresi tra i 9,83 e 10, ventidue di loro hanno ricevuto la lode. Durante la cerimonia il presidente Mattarella consegnerà personalmente a ciascun Alfiere la medaglia e l’attestato, riconoscendo il valore del merito e dello studio come pilastri per il futuro del Paese. Per Valentino e Martina sarà un momento indimenticabile. «Il Presidente è per me il massimo esempio di cultura» dice Martina. Valentino concorda: «È una figura che apprezzo tantissimo, moderata e rispettosa, una delle persone più idonee a rappresentare la Repubblica».

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