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L’evento

Un canto per unire l’isola alla Germania

di Luciano Piras
Un canto per unire l’isola alla Germania

Manuela Mameli porta Triei e Barisardo ad Amburgo per il 50° del Circolo dei sardi. Nella trasferta anche Massimo Pitzalis e due coppie in costume di Oliena e Orosei

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Triei «Siamo stati accolti come nipoti, con affetto, calore e una generosità che solo i sardi, anche lontani dalla loro terra, sanno donare». Manuela Mameli è ancora emozionata. È appena tornata nella sua Ogliastra dalla Germania, ma è come se non fosse mai partita da Amburgo, come se fosse ancora lì, tra gli emigrati. «Hanno pianto quando siamo andati via. Tanto – sussurra –. Ci sono anche persone molto anziane che appena ti raccontano la loro storia piangono e tu piangi con loro, è una sensazione fortissima». Con lei, con la cantante di Triei e Barisardo, c’erano anche il polistrumentista Massimo Pitzalis («grande professionista del panorama musicale sardo, che stimo profondamente» dice di lui Mameli) e due coppie in abito tradizionale sardo, Valentina Ferrando e Gianfranco Lippi con il costume di Oliena, e Giuseppina Mascia e Salvatore Contu con il costume di Orosei.

«In tutto eravamo in sei, e per tre giorni abbiamo vissuto un’esperienza di ospitalità autentica e profonda» va avanti la vocalist ogliastrina. Protagonisti, tutti, lo scorso fine settimana, di una trasferta organizzata per il 50º anniversario del Circolo sardo “Su Nuraghe” di Amburgo, presidente Gianni Masia, che è anche vicepresidente della Federazione dei Circoli sardi in Germania. Con Masia, a sostegno dell’evento, anche Paolo Atzori, presidente della stessa Federazione. Tra i presenti all’appuntamento anche zio Lussorio Puddu, fondatore del circolo. «È stato un trionfo, una festa incredibile» riprende Manuela Mameli riguardando le foto scattate nella sede di “Su Nuraghe”, al civico 374 della Stresemannstraße.

Musica, tanta musica, canti e balli, sempre con la bandiera dei Quattro mori sventolata qua e là. «Anche in questa occasione ho portato con me una pergamena con i saluti istituzionali dei miei sindaci, Ivan Mameli (Bari Sardo) e Anna Assunta Chironi (Triei)». «Questo – prosegue la cantante – ha simboleggiato per me un modo per connettere le persone non solo alla mia persona o alla mia musica, ma anche ad un segno di continuità e appartenenza di cui vado fiera. Anche se ho vissuto gran parte della mia vita fuori dall’isola, io e l’Ogliastra restiamo intimamente connesse, come due sorelle che si rispettano e si riconoscono. Talvolta tra fratelli non ci si vede mai, ma ci si appartiene sempre, sono la tua storia, la tua vita, ci sono quando torni... e tu ci sei quando tornano loro. Quel gesto simbolico mi ha quindi aiutata a connettere gli amici del Circolo alla mia terra attraverso un cordone ombelicale vivo, che continua a nutrirmi e a darmi forza».

È incontenibile, Manuela Mameli: «Avere con me, anche idealmente, la presenza dei miei sindaci ha rappresentato una voce in più della Sardegna accanto alla mia, nei miei discorsi e nelle mie canzoni. Chi mi invita da lontano per ascoltarmi lo fa per amore della nostra isola, e io, accettando, sento sempre il dovere di portarne indietro ancora di più». «Questi giorni in Germania, sono stati un momento che rinnova il valore del dialogo tra le radici sarde e il mondo, e che rafforza la consapevolezza di appartenere a una terra che continua a farsi riconoscere anche attraverso la musica». Abituata a spostarsi dal canto popolare al jazz, alle commistioni colte, come pure a viaggiare tra l’isola e l’Asia o Londra, Manuela Mameli giura che «stavolta, ad Amburgo c’è stata una partecipazione che era veramente stunning, come si dice in inglese (=stupenda), e io sono super felice di aver fatto questa esperienza, anche perché il Circolo era pieno di ragazzi e ragazze, originari della Sardegna ma anche tedeschi, come raramente ti capita di vederne. È stato davvero bellissimo».

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