Brunetta si aumenta lo stipendio, l’ira di Meloni: «Inopportuno». E lui fa dietro front
Il mondo politico insorge: «Il presidente del Cnel venga in Parlamento»
Roma Lui fa marcia indietro, in serata, dopo aver suscitato la disapprovazione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il presidente del Cnel Renato Brunetta si sarebbe aumentato lo stipendio per poi fare dietro front, mettendo fine a una giornata di polemiche. Era stata la stessa premier a far trapelare la sua irritazione per la notizia dell’aumento dello stipendio deciso da Brunetta, in solitudine.
Brunetta: «Come presidente del Cnel, organo di rilievo costituzionale chiamato a dare voce e rappresentare le parti sociali, non voglio in alcun modo che dall’applicazione legittima di una giusta sentenza della Corte Costituzionale derivino strumentalizzazioni in grado di danneggiare la credibilità dell’istituzione che presiedo e, di riflesso, condizionare negativamente il dibattito politico e l’azione del Governo. Per queste ragioni provvederò a revocare con effetto immediato la decisione assunta in Ufficio di Presidenza, relativa al recepimento».
La scia di polemiche dal mondo politico non si è fatta attendere. A cominciare dagli attacchi degli esponenti del Pd: «L’aumento di stipendio del presidente Brunetta al Cnel, svelato dal quotidiano Domani è uno schiaffo in faccia a milioni di lavoratrici e lavoratori poveri di cui la presidente Meloni deve rispondere», ha dichiarato il deputato Andrea Casu, componente della presidenza del Gruppo del Partito Democratico. Fa eco la nota del Cnel: «L'aumento dello stipendio del presidente del Cnel ''è un mero adempimento'' alla sentenza della Corte costituzionale», affermano dal Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, rispondendo alle notizie comparse sui giornali.
«Bene la revoca dell'aumento dello stipendio a Renato Brunetta, assurdo che ci siano arrivati solo dopo le nostre proteste», ha detto fra le altre cose il leader Iv, Matteo Renzi.
