La Nuova Sardegna

Liste d’attesa infinite

Sanità, il male antico dell’isola – L’editoriale del direttore

di Luciano Tancredi
Sanità, il male antico dell’isola – L’editoriale del direttore

Le statistiche sono impietose: chi può scappa, chi non ha soldi per aggirare le liste d’attesa con il privato, spesso è costretto a rinunciare alle cure, un record di cui faremmo volentieri a meno

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Gira, tra gli addetti ai lavori della sanità, questa storiella: “Il miglior ospedale sardo? L’aereo per il continente”. Non è così, ma non possiamo rassegnarci all’onta che la Sardegna bazzichi per sempre il fondo della classifica sul livello di sanità in Italia. Le statistiche sono impietose: chi può scappa, chi non ha soldi per aggirare le liste d’attesa con il privato, spesso è costretto a rinunciare alle cure, un record di cui faremmo volentieri a meno. Qualcun altro, nell’attesa, muore. C’è qualche isola di buona sanità, ma il mare della malasanità per il momento non accenna a ritirarsi.

I medici denunciano: noi ce la mettiamo tutta, è il sistema che è malato. L’Ordine dei medici rincara la dose: il sistema è al collasso da quindici anni. Intanto i camici bianchi migrano dal pubblico al privato. Nella manovra in approvazione la Regione stanzia 4,3 miliardi per la sanità, 100 milioni in più dell’anno scorso. Di più non si può. La giunta Todde e l’assessore Bartolazzi studiano soluzioni strutturali, ma i casi limite si affastellano.

Cosa può fare un giornale? Raccontare il disagio, dare voce ai cittadini, denunciare le storture. Lo faremo con più forza iniziando questo viaggio nella sanità sarda, raccogliendo le vostre storie e sottoponendole a chi di dovere. È bastato aprire un canale di ascolto e ci avete sommerso. Faremo la nostra parte, senza dare colpe, consapevoli che il problema parte da lontano. Ma, per favore, combattiamo tutti: non possiamo rassegnarci ad essere gli ultimi.

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