La Nuova Sardegna

Arcipelago Sardegna
L’intervista

«Oggi i giovani emigrano per conoscere il mondo»

di Luciano Piras

	Federica Ligios ed Ettore Serra
Federica Ligios ed Ettore Serra

Federica Ligios, presidente della “Sarda domus”: «Mi metto in gioco per il bene dell’isola a Civitavecchia»

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Civitavecchia Lei è Federica Ligios, sassarese classe 1992. È la più giovane presidente a capo di un Circolo dei sardi in Italia. «Un ruolo che ricopro con grande emozione e onore» dice con un sorriso grande così. Eletta lo scorso novembre alla guida della “Sarda domus” di Civitavecchia, ha preso il posto del timoniere più anziano, Ettore Serra, classe 1931, originario di Siligo, pilastro di riferimento per intere generazioni di isolani che hanno dovuto fare le valigie per approdare nel Continente.

Federica prende così le redini dell’associazione dei sardi residenti nell’Alto Lazio e nella Bassa Toscana.

«Questo ruolo rappresenta per me una nuova opportunità – racconta – : quella di mettere in rete competenze, persone e identità culturali, per rafforzare il legame con le radici e creare occasioni di crescita collettiva. Il mio obiettivo è contribuire, con impegno sincero e spirito di servizio, al miglioramento della vita dei cittadini e alla promozione dei valori che definiscono la nostra comunità».

Come mai hai lasciato la Sardegna? Per quale motivo hai “fatto le valigie”?

«In realtà – risponde – non è stata una scelta dettata dal desiderio di lasciare la Sardegna. Ho sempre considerato la mia terra un punto di riferimento, ma le prospettive lavorative e di crescita professionale erano limitate, e a un certo punto ho capito che per costruire il mio percorso sarebbe stato necessario guardare altrove. Ho iniziato con un’esperienza al Brennero, che mi ha permesso di mettermi alla prova in un contesto completamente nuovo, e successivamente mi sono trasferita nel Lazio, dove ho trovato maggiori opportunità e la possibilità di crescere professionalmente. Non ho “fatto le valigie” per allontanarmi dalla Sardegna, ma per poter evolvere e poi, un giorno, riportare a casa tutto ciò che sto imparando».

Liceo scientifico a Sassari, laurea in Scienza del turismo culturale nell’ateneo turritano, Federica Ligios vive e lavora a Civitavecchia (è funzionaria del Comune) da sette anni. Nel suo curriculum l’esperienza Erasmus in Spagna («un’esperienza – assicura – che mi ha aperto allo sguardo internazionale»), la collaborazione a varie iniziative di promozione culturale e territoriale, tra le quali Bitas (la Borsa internazionale del turismo attivo in Sardegna) e la rassegna cinematografica Fascina. Nel 2023 ha conseguito una seconda laurea, in Scienze dell’amministrazione e dell’organizzazione. Sempre pronta a mettersi in gioco, ha ora intrapreso un ulteriore percorso accademico, stavolta in Scienze dell’organizzazione e delle politiche pubbliche.

«Ho scelto di mettere le mie competenze al servizio delle istituzioni e dei cittadini» sintetizza. «Da sempre porto con me un profondo senso di appartenenza verso i territori in cui vivo e lavoro – va avanti –. La valorizzazione delle comunità, la promozione culturale e il servizio pubblico sono i fili che hanno guidato il mio percorso personale e professionale».

È stato facile inserirti nella realtà di Civitavecchia? Quali difficoltà hai incontrato?

«L’inserimento nella realtà di Civitavecchia non è stato difficile. Non ho incontrato particolari ostacoli, perché sono una persona che si adatta facilmente ai nuovi contesti e ai nuovi ritmi. Probabilmente questo è anche il risultato delle mie esperienze di viaggio che mi hanno insegnato ad aprirmi, a comprendere velocemente l’ambiente che mi circonda e a trovare il mio posto in realtà diverse. A Civitavecchia ho trovato un contesto dinamico e persone disponibili, e questo ha reso la transizione ancora più naturale».

Ti manca la Sardegna?

«Sì, la Sardegna mi manca tantissimo. Mi mancano la mia terra, i suoi profumi, i suoi colori e soprattutto la sua gente. Ogni volta che torno riscopro un senso di appartenenza profondo, che porto con me anche quando sono lontana. La Sardegna è casa, ed è impossibile non sentirne la mancanza».

Sei stata appena eletta presidente del Circolo “Sarda domus” di Civitavecchia. Sei la presidente di Circolo più giovane in Italia. Una gran bella responsabilità?

«Sì, è una grande responsabilità, soprattutto perché sono la presidente di Circolo più giovane in Italia. Ne sono orgogliosa e allo stesso tempo consapevole dell’importanza del ruolo che mi è stato affidato. Mi impegnerò con serietà, energia e dedizione per essere un punto di riferimento per la comunità sarda di Civitavecchia, valorizzarne le tradizioni e costruire nuove occasioni di incontro e partecipazione. È una sfida che affronto con entusiasmo e con il desiderio di fare davvero la differenza».

Le esperienze maturate nella gestione organizzativa, nel settore privato e nella pubblica amministrazione – oggi Federica lavora nell’Ufficio turismo del Comune di Civitavecchia – le hanno insegnato il valore del mettersi in gioco con responsabilità, ascolto e dedizione. E sto continuando a formarsi in ambito amministrativo e organizzativo «perché credo fermamente – giura – che una preparazione solida possa contribuire a costruire servizi migliori e territori più vivibili».

Come è cambiato il mondo dell’emigrazione? Dalle precedenti alla sua generazione: cosa e come è cambiato?

«Oggi i giovani sardi emigrano per bisogno e per scoprire il mondo. Se possono e se si creano opportunità di lavoro all'altezza delle competenze che intanto in giro per il mondo acquisiscono, tornano. L’emigrazione sarda nel Lazio e in Toscana è stata principalmente pastorale, le donne erano particolarmente richieste a Roma come personale di cura, domestiche o altro. I pastori sardi in questi luoghi hanno rivitalizzato il settore agropastorale che negli anni Sessanta era in agonia e hanno contribuito con la loro attività a salvaguardare l'ambiente coltivando i boschi e le campagne abbandonate da chi correva in città. Oggi ha senso parlare non di emigrati sardi, ma di sardi nel mondo che si ritrovano, stanno insieme, si organizzano (nei Circoli ad esempio) e migliorano sé stessi».

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