La Nuova Sardegna

Sanità

Arriva il picco dell’influenza, Desole: «Rivolgetevi al medico curante e alle guardie mediche»

di Luigi Soriga

	A sinistra Antonello Desole, segretario provinciale Fimmg Sassari
A sinistra Antonello Desole, segretario provinciale Fimmg Sassari

Il virus più diffuso è l’H3N2, preoccupa la variante K. Il segretario Fimmg: «I servizi territoriali funzionano, solo per i casi seri ospedale e 118»

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Sassari Anche in Sardegna è arrivato il picco influenzale che in altre regioni d’Italia imperversa già da settimane. Un andamento atteso, come spiega Antonello Desole, segretario provinciale della Fimmg Sassari, che invita però a non sottovalutare il fenomeno e, allo stesso tempo, a evitare accessi impropri al pronto soccorso.

«L’inverno da noi inizia più tardi. È anche un piccolo vantaggio, perché ci permette di studiare prima l’andamento dell’influenza nelle altre regioni». Il virus predominante di questa stagione è l’H3N2. «Il vaccino è stato studiato per questo virus diversi mesi prima dell’inizio delle patologie. Naturalmente il virus ha capacità di difesa e di mutazione, che gli consente di sfuggire almeno in parte agli anticorpi creati dal vaccino. Ma chi si vaccina e contrae comunque l’influenza sviluppa una forma di intensità molto inferiore».

La campagna vaccinale regionale è partita con buon anticipo. «È iniziata da oltre un mese in maniera abbastanza tempestiva. Utilizziamo prevalentemente quattro vaccini – Efluelda, Flucelvax, Fluad e Vaxigrip – di potenza via via decrescente, indicati per fasce di età via via più giovani, a partire dagli ultra 65enni».

La raccomandazione non riguarda solo gli anziani. «Vanno vaccinati, oltre agli ultra 65enni, tutti i soggetti fragili con patologie come diabete, malattie respiratorie e cardiopatie, ma anche persone sane che sono a contatto con soggetti fragili: caregiver, badanti e familiari».

A preoccupare maggiormente gli operatori sanitari è la cosiddetta variante K dell’H3N2, nota anche come J241. «Ha portato a numeri piuttosto importanti: nell’ultima settimana in Italia si sono registrati 817 mila casi. La media nazionale è di 14,7 infetti ogni mille abitanti, mentre in Sardegna si è arrivati a 23,61 ogni mille». Riconoscerla non è difficile. «Ha una durata lievemente maggiore, tra i 7 e i 9 giorni, con un doppio picco febbrile: uno all’inizio e uno verso la fine della malattia, spesso piuttosto elevato». La terapia resta quella classica. «Riposo, antinfiammatori per dolori, artralgie e mal di gola, e paracetamolo per la febbre. Non ci sono dati che indichino una maggiore pericolosità rispetto alla comune influenza». Un richiamo netto riguarda l’uso improprio degli antibiotici. «Non bisogna ricorrervi: nell’85-90% dei casi non sono indicati. L’antibiotico-resistenza è ormai una delle maggiori difficoltà di cura a livello mondiale».

Accanto all’influenza classica, in Sardegna si osservano anche molte virosi gastrointestinali. «Crampi addominali, diarrea, nausea e una febbre moderata, da trattare con riposo, antidiarroici, antinausea e paracetamolo». Finché i sintomi restano lievi, l’accesso al pronto soccorso è sconsigliato. «Va evitato se non compaiono segni gravi come dispnea, desaturazione sotto il 92-90% o sospette complicanze cardiopolmonari». Il rischio, spiega Desole, è anche quello di incorrere in problemi più seri. «Le cosiddette Ica, infezioni correlate all’assistenza, sono frequenti in ambienti sanitari affollati. Non è raro contrarre infezioni ben più pericolose dell’influenza, come Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae o Pseudomonas aeruginosa». Il percorso corretto resta quello territoriale. «Il punto di riferimento è una telefonata precoce al medico curante. Nei giorni festivi o notturni interviene la continuità assistenziale, che fornisce consigli, terapie o visite se necessarie». Con una raccomandazione finale: «Le influenze non sono tutte uguali. In presenza di sintomi importanti o situazioni dubbie, va sempre consultato un medico o, se necessario, chiamato il 118. Restare a casa ha senso solo quando si è certi che si tratti di una forma lieve».

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