La Nuova Sardegna

Sassari

Porto Torres, la chimica va verso la chiusura

Porto Torres, la chimica va verso la chiusura

Eni annuncia due mesi di fermata degli impianti: coinvolti 3500 lavoratori

25 novembre 2008
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ROMA. Una realtà ben più amara delle già nere previsioni: per due mesi lo stabilimento petrolchimico di Porto Torres chiude i battenti. Dal 1º dicembre al 31 gennaio del 2009 tutte le produzioni che fanno capo a Polimeri Europa e Syndial verranno sospese e, di conseguenza, si fermerà la produzione di cloro e dicloretano ad Assemini, nonchè piccole produzioni a Sarroch. A caduta, poi, sono destinati a fermarsi gli impianti del Pvc di Ineos Vynils Italia e altre produzioni minori. La comunicazione di Polimeri Europa ai vertici nazionali della Fulc è di ieri pomeriggio.

Un incontro sollecitato da tempo dalle organizzazioni sindacali che, però, non si attendevano una simile comunicazione. Il responsabile delle relazioni sindacali di Polimeri Europa Carlo Mezzadra è stato chiarissimo: a causa della crisi del mercato europeo, dovuta alla bufera finanziaria internazionale, gli impianti Eni di Porto Torres, Assemini e di altri poli petrolchimici, sospenderanno o ridurranno tutte le produzioni per due mesi. In questi due mesi per il personale sono previste ferie, riduzione dell’orario di lavoro e cassa integrazione. È confermato lo stop per tutto il 2009 delle linee di produzione di fenolo e cumene. Ogni mese, infine, è prevista una verifica dell’andamento del mercato internazionale per verificare l’esistenza o meno delle condizioni per la ripartenza degli impianti.

Per il sindacato nazionale dei chimici (il segretario della Filcem-Cgil Tore Corveddu, della Femca-Cisl Gian Luca Bianco, della Uilcem-Uil Sandro Santicchia) è stata una doccia fredda anche se i segnali che arrivavano dai vertici dell’Eni non erano dei migliori. L’unica notizia positiva, rispetto a un paio di settimane fa, è che Polimeri Europa stavolta non ha parlato del riposizionamento del personale in altri settori della fabbrica di Porto Torres e della ridefinizione della pianta organica, con la perdita di 140 posti di lavoro. Per il sindacato è comunque un progetto da respingere totalmente anche perchè slegato dal piano industriale che deve essere ancora presentato dai vertici di Polimeri Europa.

Il timore delle organizzazioni sindacali è però un’altro e cioè che questo sia il primo passo per disimpegno totale di Eni - disegno che il gigante energetico che fa capo al ministero del Tesoro non ha mai nascosto - dalla chimica sia nazionale sia regionale.

Dall’inizio del mese prossimo tutti gli impianti (con l’esclusione di alcuni servizi) verranno fermati e tenuti “caldi”, pronti cioé a essere rimessi in marcia nel giro di pochi giorni, una fermata che riguarda il cracking dell’etilene - il cuore della fabbrica -, elastomeri, aromatici, cumene, politene. Marceranno invece al minino tecnico la centrale elettrica e i servizi (vapore e acqua), mentre verrà spento totalmente il fenolo.

Ad Assemini (Syndial) verrà invece fermata la filiera del cloro e questo comporterà l’interruzione delle forniture di prodotto a Ineos che, a sua volta, sarà costretta a sospendere per due mesi (e non uno solo come preventivato) la produzione di Pvc. Fermate che solo a Porto Torres interessano i 730 lavoratori di Polimeri Europa, i 140 di Ineos, i 30 di Syndial, i 30 di Poliemme e i 20 di Turris Espansi, che lavorano polistirolo per usi alimentari; i 10 di Tecnicoop che lavora scarti del Pvc e i 30 di Isolanti Italiani, isolamenti per l’edilizia.

Ma a caduta ci saranno problemi per i lavoratori delle imprese di manutenzione che, a causa della contrazione delle commesse, saranno costretti a rivede gli organici. Solo nel Sassarese di ipotizza il coinvolgimento di 1500 lavoratori, senza considerare l’indotto di secondo livello che lavora per le imprese di manutenzione. I sindacati parlano di 3500 lavoratori coinvolti, per un monte salari di cento milioni di euro all’anno.

L’unica consolazione, se così si può dire, è che si dovrebbe trattare di una fermata dovuta ai problemi contingenti del mercato internazionale: la ripresa della produzione potrebbe essere decisa in qualsiasi momento. Una considerazione che però non tranquillizza affatto il sindacato che già da oggi si riunirà per una prima risposta alle decisioni di Polimeri Europa. Iniziative, come hanno sottolineato i segretari territoriali della Fulc Pierfranco Delogu, Gian Piero Murgia e Giovanni Tavera, che vedrà coinvolte anche le confederazioni sindacali, perchè la fermata degli impianti non riguarda solo la categoria dei chimici ma tutti i lavoratori che ruotano attorno al petrolchimico e l’economia del Nord Sardegna nel suo complesso.
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