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Abusivi nella casa cantoniera, il Tar dice no allo sfratto

di Nadia Cossu
Abusivi nella casa cantoniera, il Tar dice no allo sfratto

ALGHERO. Anche una casa cantoniera mezzo pericolante può diventare un nido d’amore dove raccogliere e tenere unita una famiglia. A maggior ragione quando non si ha una casa e il lavoro va e viene....

15 maggio 2012
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ALGHERO. Anche una casa cantoniera mezzo pericolante può diventare un nido d’amore dove raccogliere e tenere unita una famiglia. A maggior ragione quando non si ha una casa e il lavoro va e viene. Quella struttura di Alghero, lungo la statale 127 bis, era abbandonata ma i coniugi Piu e i loro tre piccoli figli non avevano un tetto sotto cui trovare riparo e così sei anni fa hanno scelto di rimettere a posto la casa cantoniera “Porto Conte” e poi ci sono andati a vivere. Abusivamente. E infatti l’Anas – proprietaria dell’edificio – qualche anno più tardi ha emesso un’ordinanza di sfratto. Provvedimento contro il quale ha presentato ricorso al Tar della Sardegna il signor Piu attraverso l’avvocato Andrea Piredda. Quattro giorni fa i giudici hanno accolto il ricorso e disposto l’annullamento dell’ordinanza di sgombero.

Una vicenda più umana che giudiziaria, in tempi in cui la crisi economica distrugge anche la dignità delle persone. Per ora i Piu continueranno a vivere in quella casa ristrutturata con le loro stesse mani, giorno dopo giorno, con fatica e con la speranza che nessuno un giorno li buttasse fuori.

Nel 2009 il capo compartimentale della viabilità per la Sardegna ha però firmato l’ordinanza di sfratto in via amministrativa ordinando ai Piu di liberare la casa cantoniera “Porto Conte”, pena lo sgombero forzato. «Un’ordinanza – scrivono i giudici – emanata avvalendosi del potere di autotutela previsto dall’articolo 823 del codice civile, sul presupposto della demanialità della casa cantoniera». Ma la legge 136 del 30 aprile 1999 all’articolo 19 dice che «le case cantoniere sono state ricomprese tra i beni immobili che costituiscono il patrimonio dell’ente». E quindi, in quanto beni patrimoniali e non demaniali, questi immobili non sono soggetti ad autotutela in via amministrativa. Ecco perché il Tribunale amministrativo ha accolto il ricorso dei Piu e annullato l’ordinanza di sfratto. L’Anas dovrà anche pagare le spese di giudizio quantificate in 2500 euro.

Quella casa cantoniera continuerà a essere, per il momento, il rifugio di una famiglia sfortunata che ha rimesso a nuovo con soldi propri una struttura disabitata e malconcia.

Le case cantoniere sono distribuite su tutte le strade statali storiche italiane. Al loro interno un tempo venivano custoditi i mezzi e le attrezzature utilizzate per realizzare le operazioni di manutenzione delle strade. Fino a qualche decennio fa erano la residenza del cantoniere addetto alla manutenzione del "cantone", un tratto di strada di 4-5 chilometri. Nel corso degli anni Ottanta, per eccessivi costi, ne sono state dismesse numerose. Poi, nel 2001, c’è stato il processo di declassificazione di tante strade statali e ne sono state dismesse altre ancora: alcune sono state semplicemente chiuse, altre sono invece passate agli enti regionali o provinciali.

Quella di Porto Conte, nella fattispecie, era un rudere, ora ci vivono tre bambini, un padre e una madre.

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