La Nuova Sardegna

Sassari

Restaurato il candeliere del gremio dei Calzolai

Restaurato il candeliere del gremio dei Calzolai

Il cero costruito nel 1924 si era rovinato dopo le sollecitazioni della Faradda Il lavoro di recupero eseguito dai fratelli Sini attraverso antiche fotografie

22 maggio 2012
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SASSARI.

Tre mesi di lavori delicatissimi, eseguiti con pazienza e soprattutto tanto amore con l’obiettivo di riportare agli antichi splendori uno dei 10 ceri che il 14 agosto partecipano alla Faradda: il candeliere dei Calzolai. Un restauro necessario dopo tante discese, tanti balli e sollecitazioni corsì forti che avevano messo a dura prova la tenuta del cero costruito nel lontano 1924.

I fratelli Luciano, Franco e Roberto Sini, eredi del maestro Salvino, indimenticabile fondatore della bottega di antichità e restauro che da qualche tempo si è trasferita a Predda Niedda ma ha mantenuto saldamente le radici nel cuore della città, hanno fatto un lavoro di recupero importante e abnche di ronforzo delle strutture più sollecitate.

Il candeliere restaurato è stato portato sabato pomeriggio nella cattedrale di San Nicola dove è stato benedetto dal nuovo attivissimo parroco don Dino nel corso di una funzione alla quale hanno partecipato tutti i gremianti e i portatori. Poi il fusto è stato sistemato nella cappella di Santa Lucia (che è la patrona del gremio festeggiata il 13 dicembre) dove resterà fino alla vigilia della Faradda del 14 agosto quando sarà portato nella sede del gremio per la vestizione.

Il restauro del candeliere è stato lungo e particolarmente impegnativo visto che i tre fratelli artigiani, insieme ai gremianti dei Calzolai, hanno prima fatto un lavoro di ricerca e soltanto quando hanno acquisito la fondamentale documentazione fotografica hanno smontato il vecchio candeliere ormai rovinato dal tempo e cominciato la ricostruzione delle parti più malandate.

«Per noi è una grandissima sodisfazione vedere il candeliere così bello – hanno spiegato l’obriere Alessio Pippia e i gremianti dei Calzolai –. Ringraziamo il Comune che ci ha permesso di realizzare quello che sembrava un sogno, anche se ormai il fusto era così malandato che non si poteva ritardare ancora l’intervento». Soddisfazione anche per i restauratori: «Un lavoro fatto con cura, cercando di rispettare nei dettagli i colori predominanti: bianco panna, celeste e oro e i disegni – hanno spiegato i fratelli Sini –. Nostro padre ne sarebbe stato felice».

Il candeliere del Calzolai è il settimo a scendere durante la Faradda ed è molto particolare con le quattro colonnine intorno al fusto centrale sul quale sono dipinti gli attrezzi del mestiere: il martello, le cesoie per il cuoio e le tenaglie. (plp)

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