La Nuova Sardegna

Sassari

A Platamona nuotando in un mare di rifiuti

di Daniela Scano
A Platamona nuotando in un mare di rifiuti

La spiaggia di Sassari e Sorso ancora una volta trascurata dalle amministrazioni comunali. Puliti soltanto gli stabilimenti balneari

04 giugno 2012
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Sono arrivati a frotte perché una domenica di sole doveva, necessariamente, essere celebrata con un bagno di mare. Dopo una primavera incostante, ieri le temperature estive hanno richiamato tutti al rispetto di un appuntamento antico come gli ombrelloni e i costumi da bagno. I sardi si sono riversati sulle spiagge armati di borse frigo piene di panini e bibite. Non tutti però hanno trovato quello che cercavano.

Platamona è un caso emblematico di impreparazione e di trascuratezza. Ieri mattina i primi ad arrivare in spiaggia si sono fatti largo sulla sabbia tra cocci di vetro, lattine arrugginite, scheletri di sdraio defunte un anno fa e macerate dalla salsedine e dalle intemperie.

La Rotonda, con la prima lettera maiuscola che si riserva ai luoghi simbolo, ieri è apparsa ai suoi frequentatori abituali nello stato pietoso in cui vengono trovati certi vecchi non autosufficienti quando sono stati troppo a lungo abbandonati a sè stessi. Asfalto invaso dalla sabbia, marciapiedi sconnessi e sbocconcellati nei margini. Perfino lo storico ristorante “Da Ernesto” con le saracinesche calate. Quasi un segno di resa. A far capire che l’abbandono è istituzionale, non certo della gente che continua ad amare e a frequentare Platamona, c’erano tutti i cassonetti e i cestini dei rifiuti stracolmi fino all’inverosimile. E accanto montagne di sacchetti, come in certe foto di Napoli invasa dalla spazzatura.

I cani randagi, che nei lunghi mesi invernali sono i veri padroni di casa della pineta, durante la notte hanno evidentemente banchettato con i residui dell’abbondante pic nic del 2 giugno. Le buste di plastica che contenevano la spazzatura sono volate ovunque, si sono impigliate nei cespugli, sono finite in mare. I bagnanti si sono fatti largo e hanno ugualmente piantato gli ombrelloni nella sabbia. Come a riappropriarsi di un territorio che era stato invaso da un nemico. Giorno dopo giorno, il profumo della crema solare si diffonderà nell’aria e coprirà il tanfo dei cassonetti che nessuno si è curato di ripulire (e di svuotare) in vista dell’arrivo della gente. Capita tutti gli anni. È la solita storia dell’estate che si impossessa di Platamona e che mette le amministrazioni comunali di Sassari e di Sorso di fronte al fatto compiuto. Spiaggia metropolitana bella e sterminata, Platamona è un regalo della natura a un territorio messo in ginocchio dalla crisi e che ha tanto bisogno di opportunità. Da sempre, a parte i lontanissimi anni d’oro del Lido Iride (per il cui recupero c’è un concorso internazionale di idee del Comune di Sorso), Platamona viene trattata malissimo proprio da chi dovrebbe valorizzarla. Quest’anno, poi, la spiaggia è stata trascurata più del solito. Basta guardarsi intorno per rendersi conto che il litorale è a un passo dalla emergenza sanitaria. Gli unici spazi puliti sono quelli degli stabilimenti balneari. I titolari sanno benissimo che, se vogliono accogliere e trattenere i clienti, ma soprattutto se vogliono che tornino, devono garantire loro di trascorrere una giornata in un luogo dignitoso. Tutto il resto è degrado e abbandono. Nella Rotonda maltrattata in tanti ieri arrivavano, si guardavano in giro, poi ciabattavano verso l’automobile e ripartivano alla ricerca di luoghi più puliti. «La bambina in spiaggia non la porto – è stata la laconica spiegazione di una madre –, non la faccio camminare in questo schifo». Chi invece ha fatto finta di non vedere sono stati i tanti ragazzi scesi dall’autobus dell’Atp alla ricerca di un punto libero in mezzo agli ombrelloni e alla spazzatura. «Speriamo di non essere morsi da una zecca come l’anno scorso» ha detto uno, ricordando uno spiacevole incidente capitato a tanti. Gli unici che non hanno fatto caso alla sporcizia sono stati gli ambulanti – in maggioranza cinesi ma anche qualche senegalese – che ieri hanno inaugurato la stagione e allestito i banchetti. La loro attenzione era concentrata sulla strada di accesso alla Rotonda. Quel nastro d’asfalto viene percorso da possibili clienti ma anche i vigili urbani, severissimi con chi non è in regola. Per questo, non appena un’auto bianca ha imboccato il viale, un venditore ha raccolto le proprie cose alla velocità della luce e si è allontanato lasciando lo spazio pulito. Almeno lui lo ha fatto.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Verso il voto

Gianfranco Ganau: sosterrò la candidatura di Giuseppe Mascia a sindaco di Sassari

Le nostre iniziative