La Nuova Sardegna

CAGLIARI. Testi a difesa Ugo Cappellacci e Giorgio Oppi: per Adriano Puddu s’annuncia un processo-passerella, dove la politica regionale e i racconti dei piccoli scandali sessuali di Portoscuso finiranno per incontrarsi in modo imbarazzante. Ieri mattina l’udienza di apertura, con l’ex sindaco sorridente e disponibile davanti alle telecamere e ai flash dei fotografi, autorizzati a riprenderlo senza alcuna esitazione. Aria rilassata e abbigliamento casual, Puddu è arrivato alle nove e venti in compagnia dell’avvocato Giuseppe Andreozzi, mentre l’altro difensore Ivano Iai scorreva con attenzione la lista testi: coi due amministratori regionali saranno 49, perché il tribunale presieduto da Mauro Grandesso – consiglieri Silvia Badas e Giampiero Sanna - ne ha ammesso altri quattro. Una ventina quelli dell’accusa, ma il numero crescerà. Meno di mezz’ora per le questioni preliminari. Poi, appreso dell’aggiornamento al 14 novembre, il «diddino» delle intercettazioni più hard del Sulcis ha mostrato un composto disappunto: «E’ un giudizio immediato e si va a novembre? Strano, speravo di poter chiarire prima, di smentire queste fantasie. Ma sono tranquillo, lo farò a tempo debito». Il tempo servirà un po’ a tutti, compresa la Procura: si parla di nuove indagini che riguarderebbero la vicenda dei terreni ceduti all’Enel nell’area di Portoscuso per realizzare impianti ad energia alternativa, circolano nomi per adesso senza conferme. Il Sulcis industriale è un calderone di voci incontrollate, di certo il pm Daniele Caria intende approfondire e inserire nel fascicolo parallelo, rimasto aperto, gli aspetti rimasti nell’ombra. Il Nucleo investigativo del Corpo Forestale ha in mano un nuovo piano di lavoro e si passerà all’azione già nei prossimi giorni. Intanto però c’è da portare avanti il giudizio di Puddu, mentre l’abbreviato per il manager della Portoscuso srl Carlo Lolliri e per l’assessore comunale Selena Galizia è andato al 16 ottobre. Con un dato di partenza che ha un taglio politico: il nuovo sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda, ha deciso che il Comune non si costituirà parte civile. Una decisione sorprendente, considerato il danno d’immagine e non solo quello patìti dal municipio sulcitano nell’arco di un’inchiesta durata un anno, dove Puddu – sono le accuse – appare come un vecchio satrapo impegnato a gestire esigenze personali che hanno poco di politico.

C’è già battaglia sulla scelta di tenere il Comune fuori dal dibattimento pubblico, mentre il pm Caria ne ha preso atto senza commenti: «Sì – ha confermato – in questo processo non ci sono parti civili ma solo parti offese». Qualcuna è comparsa nell’aula della prima sezione: Valeria Sanna, l’ex assessore che per prima ha denunciato il tourbillon di sussidi a sfondo sessuale organizzato per l’accusa da Puddu. C’era anche Sonia Cuccu, apparsa in dolce attesa, che è testimone della difesa, indagata in procedimento connesso e parte offesa. Assenti le altre presunte Adri-girls, quelle da «cento euro per un minuto» coi fidanzati che stavano a guardare, soddisfatti del profitto.

Le intercettazioni: la Procura deve depositare l’ultima parte del materiale, conversazioni che non sembrano aver inciso sulla decisione del gup di mandare Puddu e gli altri due imputati al giudizio immediato. Saranno a disposizione delle parti all’avvio ufficiale del dibattimento, a novembre.

L’ex sindaco deve rispondere di corruzione, concussione, concussione sessuale, violenza sessuale, induzione alla prostituzione, peculato e voto di scambio distribuiti su tredici capi d’imputazione per i quali si dichiara innocente. Uscito dal carcere, Puddu è obbligato a star lontano da Portoscuso.

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