La Nuova Sardegna

Sassari

«Sempre più minori tossicodipendenti»

di Elena Laudante
«Sempre più minori tossicodipendenti»

Neuropsichiatra e giudice minorile spiegano perché il caso dei ragazzini che rubavano per comprare droga non è isolato

01 settembre 2012
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SASSARI. Ragazzini che delinquono per assicurarsi una dose di eroina, ma che potrebbero nascondere più che un disagio sociale, patologie psichiche, come una depressione latente. O che “curano” con «l’antidepressivo più economico in commercio», spiega un esperto riferendosi l’alcol. Lo rivelano due addetti ai lavori del disagio minorile, la neuropsichiatra a capo del Serd, Daniela Grizzini, e uno psicoterapeuta, Cristiano Ceccarelli, giudice onorario al Tribunale per i Minori. Glispecialisti analizzano il caso dei due adolescenti di 15 e 17 anni, mandati in carcere per tentato furto aggravato. Avevano provato ad entrare in un appartamento da una finestra, in via Rockefeller, prima che uno si ferisse e mandasse a monte il colpo. Che non era il primo. Prima del 23 agosto (data del furto fallito) la stessa coppia era entrata in azione altre due volte: nella facoltà di Farmacologia, dove aveva svuotato i distributori automatici per ripulirli di prodotti e monete. E poi al Palazzetto dello sport. Entrambi hanno problemi di droga, tanto che il più giovane era stato trovato positivo al test degli oppiacei mentre era in una comunità per minori. Rubavano per comprare droga, dalla quale il quindicenne ha ammesso di essere dipendente. E non è l’unico.

Dipendenze. «Il fenomeno dei minori che consumano droghe è in aumento. Fino a pochi anni fa, usavano soprattutto cannabinoidi o al massimo anfetamine come rito “pre-disco”; ma negli ultimi anni si è diffusa in modo preoccupante l’eroina». Dal 2006 Daniela Grizzini è responsabile del Servizio Dipendenze della Asl 1, dove hanno dedicato spazi e una maggiore attenzione ai minori con problemi di dipendenze, soprattutto da droga e alcol. «Non bisogna credere che gli adolescenti che si drogano siano figli di famiglie in condizioni di degrado o indigenza. Al contrario, provengono da ogni “livello sociale”, per così dire. Anzi, forse proprio perché hanno tutto - spiega la neuropsichiatra - cercano altro, vogliono sempre di più». Spesso i genitori non hanno forza e strumenti culturali per affrontare il problema. Tanto che prima che venisse arrestato, nell’ambito di un altro processo i genitori del quindicenne, attraverso il loro legale, l’avvocato Giuseppe Onorato, avevano chiesto al Tribunale che il figlio venisse rinchiuso in una comunità di recupero per minori. Che però in Sardegna non esiste. «Ma a volte - spiega Daniela Grizzini - la comunità non è la strada migliore, perché il minore viene etichettato a vita come tossicodipendente, e mentre lui fa un percorso, i familiari restano al punto di partenza. È bene che l’adolescente segua questo programma con i genitori, che non possono demandare ad altri il problema».

La doppia diagnosi. «A volte l’uso di alcol e stupefacenti nell’adolescenza nasconde in realtà patologie psichiatriche non riconosciute». Lo psicoterapeuta Cristiano Ceccarelli parla da un osservatorio privilegiato, in tema di under 18 che delinquono. Dal 2004 è giudice onorario al Tribunale per i Minori, cioè l’esperto che affianca i magistrati nei processi penali. «Quello che mi ha colpito di più - racconta - non è un singolo caso o episodio di adolescente che consuma droga. Ma la quantità in costante aumento di procedure che spesso riguardano ragazzi dipendenti dall’eroina. Il punto è che di frequente i minori usano droghe per “compensare” disturbi della personalità, che magari potrebbero essere curati con sei mesi di terapia. Bisogna solo riconoscere il problema».

Gli arrestati. I difensori dei due adolescenti finiti a Quartucciu, gli avvocati Onorato e Daniela Falchi, aspettano la data dell’interrogatorio di garanzia, per poi presentare istanza di scarcerazione. Per il più giovane, il quindicenne, la famiglia chiederà di nuovo il ricovero in una comunità di recupero per tossicodipendenti della Penisola. «Contestiamo la “pericolosità sociale”», spiegano i penalisti in riferimento all’ordine di cattura. «Quanto all’ipotesi di reato, più che di un tentato furto, al massimo hanno danneggiato una finestra». Deciderà il gip.

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