La Nuova Sardegna

Sassari

Operaio di Anela massacrato di botte, rito abbreviato

Operaio di Anela massacrato di botte, rito abbreviato

A novembre il processo al soldato accusato di avere ridotto un compaesano in coma irreversibile

24 ottobre 2012
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ANELA. Sarà processato con il rito abbreviato il 20 novembre Roberto Bulla, 23 anni, il soldato di Anela accusato di avere ridotto in fin di vita a calci e pugni il compaesano Franco Bullitta, 45 anni. L’uomo è in coma irreversibile dalla notte tra il 20 e il 21 agosto, quando venne soccorso da una équipe del 118 in via Roma. Le indagini dei carabinieri, complicate dal silenzio che circondò la vicenda nei primi giorni dopo il fatto, hanno accertato che dopo una banale lite tra ubriachi il giovane militare si scagliò contro il compaesano colpendolo con inaudita violenza al capo con calci e forse anche con un oggetto contundente. Da qui l’accusa di tentato omicidio.

Ieri mattina, assistito dall’avvocato Giannino Guiso, Roberto Bulla si è presentato nell’aula del tribunale di Nuoro dove il gup Claudio Cozzella ha aperto l’udienza preliminare. La difesa ha chiesto al giudice un rito abbreviato condizionato all’esame del medico legale Vindice Mingioni che ha eseguito la perizia sul ferito. Il giudice ha però respinto la richiesta e a questo punto la richiesta di rito alternativo si è limuitata a un abbreviato sulla base degli atti processuali raccolti dal pubblico ministero Andrea Vacca sulla base delle relazioni dei carabinieri della compagnia di Bono.

La sorella di Franco Bullitta, che è stata nominata curatore speciale del fratello, si è costituita parte civile con l’avvocato Antonio Mereu.

A novembre quindi la vicenda dell’aggressione dell’operaio di anela sarà rievocata in camera di consiglio. Franco Bullitta ha riportato fratture craniche e lesioni cerebrali devastanti. Secondo le accuse, a scatenare la reazione di inaudita violenza dell’imputato fu un rimprovero mossogli dalla vittima, che era offesa perché il giovane aveva offeso suo padre. Al pestaggio avrebbero assistito numerosi testimoni che però, quando vennero chiamati a raccontare come erano andate le cose, si trincerarono dietro i «non ricordo» e «non ero presente in quel momento». Roberto Bulla venne arrestato un mese dopo l’episodio nella caserma del 123 Reggimento fanteria di Chieti dove prestava servizio di ferma breve. (d.s.)

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