La Nuova Sardegna

Sassari

Lite all’Eden Beach, assolto capocondomino

Lite all’Eden Beach, assolto capocondomino

Graziano Cherchi era imputato per aver tolto l’acqua a una inquilina accusata di morosità

15 gennaio 2013
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SASSARI. Nell’impeto di regolarizzare la posizione di quella inquilina che riteneva inadempiente, era entrato nel giardino di casa sua, un appartamento al residence Eden Beach di Platamona, a Sorso, e poi le aveva smontato il contatore dell’acqua. E questo dopo una discussione sulla fornitura e sul pagamento delle bollette.

La reazione del capo condomino era sembrata alla “vittima” così sproporzionata da correre dai carabinieri a denunciarlo, anche perché poi lei era rimasta a secco. Ma il processo ha dimostrato che con quell’”irruzione”, il capocondomino dell’Eden Beach, Graziano Cherchi, originario di Sorso ma residente a Sassari, 73 anni, non commise alcun reato. Ieri mattina il Tribunale l’ha assolto, con formula piena, da due accuse: interruzione di un servizio di pubblica necessità e violazione di domicilio. Era stato pure il rappresentate della pubblica accusa, i l viceprocuratore onorario Andrea Giganti, a sollecitare quella soluzione, certo che l’istruttoria dibattimentale e gli elementi portati in aula dalla difesa, patrocinata dal legale Gabriele Satta, fossero sostanzialmente a favore dell’imputato.

Vero è che Cherchi, il 30 agosto 2009, entrò nella proprietà di Emma Demontis per staccare il contatore Abbanoa, anzi, per portarlo via. Lo aveva fatto grazie ad una chiave universale con la quale aveva potuto aprire lo sportello del vano. Emma Demontis non c’era, ma il capo condomino aveva comunque superato il basso cancello per risolvere quella faccenda. Poco prima, infatti, aveva accusato l’inquilina di non pagare le bollette con regolarità, inadempienza che lei ha sempre negato. Così almeno aveva poi raccontato ai carabinieri, nella denuncia. Ma nel corso del processo, la difesa di Cherchi ha dimostrato di come quel gesto fosse arrivato dopo diverse contestazioni alla condomina, al quale l’imputato aveva contestato di voler «fare la furba». Il giudice Antonietta Crobu gli ha dato ragione: quel blitz fu portato a termine per un fine giusto. (e.l.)

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