La Nuova Sardegna

Sassari

I veleni di Quirra approdano al Festival

di Fabio Canessa
I veleni di Quirra approdano al Festival

Intervista con i registi del film “Materia Oscura” che domani verrà presentato nella sezione Forum della kermesse

11 febbraio 2013
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di Fabio Canessa

Raccontare un luogo di guerra in tempo di pace. È questo l'obiettivo di "Materia oscura", il nuovo documentario di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti che sarà presentato domani al Festival di Berlino. Quel luogo è il Poligono Sperimentale del Salto di Quirra, sul quale i due registi, lui nato a Pescara e lei a Milano, volevamo puntare la loro telecamera già da tempo. «L'idea di film sul Poligono Sperimentale del Salto di Quirra è nata già cinque, sei anni fa - spiega Massimo D'Anolfi - ma ci siamo poi imbattuti in altri progetti. Quando abbiamo finito il film precedente, "Il Castello", girato all'aeroporto di Malpensa, ci è tornato in mente questa idea che ancora non avevamo approfondito. In quel periodo, però, è partita l'indagine del procuratore Fiordalisi e allora ci siamo chiesti se avesse ancora senso fare il film. Dopo un ulteriore sopralluogo abbiamo capito che c'era ancora spazio, tempo e modo per farlo».

Al loro quarto film, i due autori realizzano così "Materia oscura" che ora approda alla Berlinale, nella ricca e sempre interessante sezione Forum, come unico lavoro rappresentante l'Italia nell'importante festival se si esclude la presenza di Giuseppe Tornatore con "La migliore offerta" tra gli eventi speciali.

«Ci siamo decisi – evidenza Martina Parenti – perché ci colpiva molto questa convivenza assurda tra paesaggio incontaminato, bellissimo, e l'attività militare ad alto impatto tecnologico, tra elementi della natura e fabbrica della guerra. Ci sembrava una cosa che andava assolutamente raccontata». "Materia oscura" lo fa con l'approccio da cinema d'osservazione dei due registi: «Non è un'inchiesta– sottolinea D'Anolfi – per le indagini c'è il magistrato. Il nostro è un film sul luogo dove certamente vengono fuori tante cose, ma dove conta soprattutto l'impatto visivo. È quasi senza parole, senza dialoghi, è un film di immagini e suoni». Lo ribadisce anche Martina Parenti: «È un film. Uno associa sempre i documentari ai reportage giornalistici, televisivi, con i vari dati. Per noi era più importante raccontare un sentimento, un sentimento che è di enorme tristezza perché l'uomo è un essere vivente stupido che contamina ciò che ha in nome di valori che probabilmente non sono quelli da perseguire. Questa era la cosa importante».

Per raccogliere le immagini con le quali raccontarlo, Massimo D'Anolfi e Martina Parenti hanno passato più di un anno, in vari periodi, nella zona del poligono costituito da un'area di circa 13mila ettari dove per oltre mezzo secolo sono state provate armi e materiali di nuove generazione disperdendo nell'ambiente nanoparticelle ed elementi tossici. «In fase di montaggio – spiega la regista – abbiamo poi organizzato il film in tre movimenti: dopo un prologo c'è una parte che racconta soprattutto il poligono di terra, la parte più vicina a Perdasdefogu, una parte che racconta il poligono internamente con dei filmati d'archivio e una parte più puntata sul poligono a mare, verso Quirra».

Dopo Berlino "Materia oscura" sarà presentato in altri festival in attesa della distribuzione in sala: «La distribuzione – chiudono i registi – è sempre una nota dolente, un nodo difficile. Però è chiaro che la Sardegna è il luogo ideale dove noi vorremmo distribuire il film. Siamo sicuri ci sarà l'occasione, anzi sarà più facile nell'isola che nel resto d'Italia. Intanto siamo già stati contattati dalla Film Commission regionale».

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