La Nuova Sardegna

Sassari

Medicina, gli studenti riammessi si presentano subito alle lezioni

di Gabriella Grimaldi
Medicina, gli studenti riammessi si presentano subito alle lezioni

Università di Sassari. Dopo la sentenza del Tar sull’irregolarità del test non hanno ancora formalizzato l’iscrizione. Ma ieri in trenta hanno seguito il corso di anatomia: «Vogliamo confrontarci con i colleghi»

19 marzo 2013
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SASSARI. In trenta, su circa cinquanta che alla fine di un travagliato percorso legale saranno ammessi alla facoltà di Medicina e Chirurgia, ieri mattina si sono presentati alla lezione di anatomia umana in programma nell’aula di viale San Pietro. Hanno preso posto accanto ai loro futuri colleghi e hanno seguito la spiegazione del professore. Solo alla fine dell’ora, dopo che gli altri studenti li avevano osservati con una certa curiosità, si sono presentati e hanno spiegato il motivo del loro gesto.

«Volevamo contattare i colleghi universitari per confrontarci con loro – dice Antonio Pala, uno degli studenti che una sentenza del Tar di Cagliari ha autorizzato ad iscriversi a Medicina nonostante non si fosse piazzato a un livello utile nella graduatoria relativa al numero chiuso –. Dopo la notizia che il Tar aveva accolto il ricorso di chi denunciava irregolarità nello svolgimento della prova, si è scatentato, soprattutto sui social network, un dibattito nel quale ci siamo sentiti attaccati ingiustamente e quindi l’intento è quello di spiegare come sono andate veramente le cose».

Tutto è nato da diverse denunce presentate ai carabinieri nei giorni immediatamente successivi allo svolgimento del test di ingresso alla facoltà di Medicina di Sassari predisposto per accedere a uno dei 120 posti disponibili. In quelle denunce si parlava del fatto che i commissari, durante tutto lo svolgimento del compito, avevano chiesto che i candidati tenessero un documento personale sempre in evidenza per poter essere identificati in ogni momento. Alla denuncia alle forze dell’ordine era seguita la presentazione di un ricorso al Tar con gli stessi contenuti. «Nei giorni successivi al test – dice Giulia Unali – avevo pubblicato su facebook le mie perplessità su come si erano svolte le cose al palazzetto dello sport. Ero scandalizzata e lo avevo voluto dire a tutti. Sempre attraverso internet sono stata contattata dal coordinatore dell’Unione degli universitari, Michele Orezzi, che opera a livello nazionale, il quale mi ha informato che c’era la possibilità di impugnare il concorso al Tar e che l’Udu faceva riferimento allo studio legale di Michele Bonetti, un avvocato che poi ci ha seguito durante tutto il percorso. Abbiamo così cominciato a metterci in contatto tra noi che avevamo sostenuto il test e che ritenevamo ci fossero state gravi irregolarità, compresa la scelta della sede del palazzetto che poi si è dimostrata del tutto inadeguata. C’è chi ha scelto di non aderire a questa azione e chi come noi ha voluto proseguire».

Tra le polemiche che sono emerse dal dibattito tra i giovani che avevano partecipato alla prova il 4 settembre, quella relativa al costo del ricorso: «Solo chi aveva le possibilità economiche è riuscito a “saltare” il test, gli altri sono rimasti a piedi», ha detto qualcuno tra coloro che il ricorso non l’hanno presentato ed è rimasto fuori dall’ammissione “forzosa” imposta dai giudici all’università di Sassari.

I ragazzi che invece a breve chiederanno l’immatricolazione nella segreteria della facoltà ci tengono a dire che il sindacato ha chiesto alla totalità dei ricorrenti di pagare allo studio legale una cifra complessiva di 5mila euro per l’apertura dell’azione legale. «Diviso tra tutti – hanno spiegato – abbiamo dovuto sborsare circa cento euro a testa. Ma avevamo anche detto a chi non se lo poteva permettere che ci sarebbe stata una colletta tra noi ragazzi per aiutarli».

A breve dunque i ragazzi si presenteranno per l’iscrizione e la facoltà di Medicina, sarà costretta ad accoglierli.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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