La Nuova Sardegna

Sassari

Il Mejlogu dice no agli ecomostri

di Mario Bonu
Il Mejlogu dice no agli ecomostri

Sindaci uniti contro l’assalto dei «signori» delle rinnovabili: «Dobbiamo essere padroni a casa nostra»

08 maggio 2013
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COSSOINE. Un no unanime, forte e convinto all’aggressione e alla devastazione dei territori da parte di quelli che sono stati definiti “i nuovi colonizzatori delle energie rinnovabili”, è venuto dall’assemblea dei sindaci dell’Unione dei Comuni del Mejlogu, convocata a Cossoine in segno di solidarietà per la battaglia che questo paese sta conducendo contro il progetto del termodinamico a Su Padru, ma attenta e preoccupata anche per gli altri innumerevoli interventi cosiddetti “green” che da qualche tempo hanno preso di mira questa regione storica.

I sessanta ettari del fotovoltaico di Giave (già realizzati), le decine di torri eoliche di Bonorva (già innalzate), il “parco” eolico di Monte Pelao (che interessa i comuni di Bessude, Bonnanaro, Borutta, Siligo e Thiesi, e che forse non si farà per la ferma opposizione delle popolazioni e delle amministrazioni), il progettato impianto termodinamico su 235 ettari di terreni agrari nella Valle dei nuraghi, fra Bonorva e Giave (contro cui si sono già pronunciate le amministrazioni interessate), il progetto su altri 160 ettari in zona “E” di Cossoine (che ha visto la plebiscitaria vittoria del no al referendum e, infine, l’unità di intenti fra il comitato e l’amministrazione comunale). Sono le più importanti – ma non le sole – ferite che il territorio ha subito o teme di subire dall’onda che tutto sembra voler travolgere delle energie rinnovabili. Ed è per questo che i sindaci hanno dichiarato la loro ferma opposizione e l’intenzione di mettere in campo tutta la forza delle loro popolazioni e delle loro istituzioni per contrastare progetti che, è stato detto, «non portano nessun beneficio, ma distruggono i nostri territori». All’incontro hanno partecipato i sindaci di Cossoine, Pozzomaggiore, Bessude, Cheremule, Borutta, Siligo, Giave, Torralba, insieme ad altri amministratori di Thiesi, Bonorva, Banari, Semestene. «Dobbiamo tornare a essere padroni a casa nostra - ha detto più di uno – perché è intollerabile che scelte di tale portata ci arrivino dall’esterno e ci vengano calate dall’alto».

Nel mirino le società delle energie green, «che arrivano all’assalto dei nostri territori con intenti meramente speculativi». Ma accuse anche alla Regione, «che ha dimostrato di non avere una politica energetica e sembra anzi aver abdicato questo ruolo al solo “Savi”. Una Regione che non programma – è stato aggiunto - non detta indirizzi, lascia da sole le amministrazioni e, all’occorrenza prevarica, con quelle decisioni calate dall’alto». Tutti gli intervenuti – i sindaci, di Cossoine Alfredo Unali, di Cheremule (nonché presidente dell’Unione dei Comuni) Salvatore Masia, di Giave Giuseppe Deiana, di Pozzomaggiore Tonino Pischedda, di Bessude Antonio Giuseppe Sechi, di Siligo Giuseppina Ledda, e, dal pubblico, Francesco Manai, Mario Fancellu, Antonella Sotgiu, Bastiano Piras, Antonello Spanu, Fabio Chessa, Mauro Gargiulo, Leopoldo Ortu, Salvatore Virgilio – hanno portato le loro esperienze e la loro volontà di battersi uniti – “perché insieme si vince” - per la difesa del territorio. A iniziare dal primo grande appuntamento di sensibilizzazione e di lotta programmato a breve sulla 131.

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