La Nuova Sardegna

Sassari

Edilizia, è sempre più profondo rosso

di Pinuccio Saba
Edilizia, è sempre più profondo rosso

Il numero delle imprese e degli addetti del 2012 è uguale a quello del 2004. E il 2013 non fa presagire niente di buono

19 maggio 2013
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SASSARI. Dire che l’edilizia è un settore in crisi è poco. Soprattutto se si scorre il terzo Rapporto Congiunturale sull’Occupazione nel settore delle Costruzioni in Provincia di Sassari. Numeri terribili raccolti dalla Consulta delle Costruzioni, organismo quasi spontaneo che raccoglie le organizzazioni datoriali e sindacali del settore e che diffonde ogni anno un rapporto sull’andamento del comparto. E il primo dato che balza agli occhi è il numero delle imprese iscritte alla casse edili, in crescita fino al 2008, precipitato a livello del 2003 nel 2012, coin una perdita netta di 821 unità. Nel 2003 le imprese erano più di 1500, nel 2008 erano salite a 2344, tornate a 1500 lo scorso anno. Di conseguenza anche il numero dei lavoratori impiegati ha seguito la stessa sorte. Nel 2001 gli occupati erano 6969, nel 2008 13273, nel 2012 6889. Un crollo del numero degli addetti che ha provocato una fortissimo contrazione della massa salariale, sceso di 43 punti percentuali: dagli oltre 100 milioni di euro del 2008 al quasi 58 milioni del 2012.

E se c’era qualcuno che sperava in un 2013 migliore, magari con qualche segno di ripresa, i dati relativi ai primi tre mesi di quest’anno non fanno presagire niente di buono: la mortalità delle imprese ha fatto registrare un più 16 per cento ((cancellate 244 aziende) mentre il dato relativo ai lavoratori ha registrato un calo di 20 punti percentuali, con una perdita di 1378 posti di lavoro rispetto al primo trimestre del 2012. Se poi si considera che il rapporto della Consulta non tiene conto dei lavoratori autonomi (che non hanno l’obbligo di iscrizione alle casse edili) e dell’indotto che ruota attorno al settore delle costruzioni, il quadro si fa ancora più desolante. Per questa ragione è importante, anzi è «di vitale importanza», che venga approvato il piano urbanistico comunale. Che non coinvolge solo la città di Sassari, come fanno notare i rappresentanti della Consulta delle costruzioni, visto che tutte le città del territorio si sono dotate di un piano strategico intercomunale che mette in strettissima relazione le prospettive di sviluppo dei singoli comuni. «Ci occorrono certezze normative e di indirizzo – sostiene Andrea Piredda, presidente della Consulta e dell’Ance –, ci occorre la certezza della legalità perché non è possibile che il territorio sia invaso da imprese che presentano offerte al ribasso fuori mercato e che poi girano i lavori in subappalto totale (vietato dalla legge), ci occorre che le istituzioni locali provino a rilanciare il settore sfoltendo le lungaggini burocratiche e approvando quei progetti che non comportando alcuna cubatura, possono però favorire il miglioramento energetico e le riqualificazione di molti immobili. Sarebbe già qualcosa, per non far morire le imprese».

Il Piano urbanistico comunale resta comunque lo strumento fondamentale per il rilancio economico della città e non solo del comparto dell’edilizia. Il Puc è anche un “documento politico” che traccia lo sviluppo economico e sociale per i prossimi 2o-30 anni. Un documento, ribadiscono le imprese e non solo quelle edili, senza il quale è impossibile investire e programmare.

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