La Nuova Sardegna

Sassari

Una folla di fedeli ai piedi della Madonna

di Pinuccio Saba
Una folla di fedeli ai piedi della Madonna

La città ha sciolto il voto per esser stata risparmiata dagli orrori della guerra. Sassari ha confermato la devozione alla Beata Vergine delle Grazie - FOTO

27 maggio 2013
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SASSARI. La città ha sciolto il proprio voto alla Beata Vergine delle Grazie. Lo ha fatto per la settantesima volta, rinnovando quella promessa fatta nel 1943 dall’allora arcivescovo di Sassari monsignor Arcangelo Mazzotti quando la città minacciava di essere bombardata. Come era accaduto a Cagliari, come era accaduto in altri paesi e città della Sardegna. Monsignor Mazzotti chiese alla Madonna delle Grazie che la città di Sassari fosse risparmiata dalle atrocità e dalle devastazioni della guerra. Una preghiera che venne accolta. La guerra sfiorò solamente la città e da allora, ogni ultima domenica di maggio, la città e tutti i suoi rappresentanti portano in processione, dal duomo di San Nicola fino alla chiesa e al convento duecenteschi di San Pietro Silki il simulacro della Beata Vergine delle Grazie.

Negli anni questa ricorrenza si è fatta sempre più sentita per i sassaresi, tanto che il mese di maggio è un continuo pellegrinaggio verso la chiesa di San Pietro dove, dal 1472, i frati francescani minori custodiscono la statua della Madonnina, rinvenuta sottoterra al centro del piazzale antistante il convento. Una devozione profonda che la città di Sassari mostra però quasi con discrezione, fino all’esplosione di fede della processione di fine maggio. Allora Sassari quasi abbraccia quella Madonnina: prima, quando i vigili urbani (alla vigilia della processione solenne) portano il simulacro della Beata Vergine in duomo. E per farlo attraversano la città, senza che un solo automobilista si sogni minimamente di protestare. Poi il pomeriggio dell’ultima domenica di maggio, quando le navate del duomo cominciano a riempirsi di fedeli e dei rappresentanti dei Gremi, della Confraternite, delle associazioni di volontariato, degli scout. Portata a spalla dai vigili del fuoco, la statua della Madonna ha attraversato la città: davanti al simulacro della Vergine delle Grazie l’arcivescovo padre Paolo Atzei (ieri c’era anche il vescovo emerito monsignor Pietro Meloni) e l’intero Capitolo Turritano mentre dietro la statua della Madonnina seguivano il sindaco Gianfranco Ganau, il presidente della Provincia Alessandra Giudici e l’intera municipalità di Sassari. Un corteo che, come è accaduto in via Brigata Sassari, è stato salutato da una pioggia di petali. E che ha sostato davanti ai luoghi si sofferenza: il Policlinico Sassarese e l’ospedale civile “Santissima Annunziata”. Ai lati delle strade tanta gente che poi si unisce alla processione. Decine di migliaia di persone «settanta-ottantamila fedeli», ha detto l’arcivescovo. E in piazza San Pietro padre Paolo Atzei ha rinnovato la promessa fatta settant’anni fa da monsignor Mazzotti, invitando la citta ad affidarsi alla Madonna che «in questi sette decenni ci ha aiutato a superare tutte le crisi, dalla ricostruzione del dopo guerra ai sogni e al brusco risveglio del ‘68, dagli anni di piombo, alla crisi sociale e morale degli anni ‘80 e ‘90. Ora la crisi economica e il crollo dell’occupazione. La Beata Vergine ci ricorda l’alfabeto della fede, riconoscendosi nel Progetto di Dio. Un progetto che adesso è di speranza che non deve fare a meno di valori quali la solidarietà, la democrazia, la lotte alle iniquità e alla povertà, come ci ricorda spesso Papa Francesco. Beata Vergine Maria – ha concluso padre Paolo – ti affidiamo questa gente e questa città».

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