La Nuova Sardegna

Sassari

I legali: «No al badge, ci scheda»

di Elena Laudante
I legali: «No al badge, ci scheda»

Il sindacato degli avvocati protesta per il tesserino da usare al varco di sicurezza del Tribunale

21 luglio 2013
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SASSARI. Stavolta, sul banco degli imputati c’è il badge. O meglio, il “controllo” elettronico che il passaggio del tesserino magnetico comporterebbe, secondo una parte degli avvocati sassaresi.

Durante due accese assemblee i legali iscritti al sindacato della toghe - l’Associazione nazionale forense - hanno paventato il rischio di essere monitorati attraverso il passaggio della card, ora necessaria per superare i tornelli al varco elettronico del Tribunale, attivo dal primo luglio. Venerdì, nell’ultimo incontro, l’associazione che conta 80 iscritti ha deciso di chiedere chiarimenti al procuratore della Repubblica, cui fa capo la gestione dell’impianto messo in funzione da una ditta esterna.

L’assemblea era stata convocata all’indomani della lettera spedita al presidente del Tribunale Pietro Fanile, al procuratore Roberto Saieva e al presidente del Consiglio dell’ordine forense, Francesco Milia, nella quale i vertici del sindacato hanno espresso preccupazioni. Temono di essere schedati. «Ci si chiede se l’utilizzo del badge sia atto, otreché ad accedere attraverso i tornelli, a registrare ingressi ed uscite e dunque presenza e tempi di permanenza degli avvocati all’interno del Palazzo», si legge nella lettera. Il segretario Annamaria Ajello spiega: «Ci hanno assicurato che non c’è nessuna raccolta di dati, ma noi vorremmo risposte certe e chiederemo un incontro col procuratore». Ma «c’è di più», aggiunge il legale. «Noi chiediamo che, così come accade oggi in attesa dell’arrivo del badge, gli avvocati abbiano un varco dedicato dove passare mostrando il tesserino, senza dover “strisciare” quello elettronico. Del resto, è quello che accade anche a Nuoro e in altre città d’Italia». Ma non a Cagliari e Tempio, dove tutte le toghe superano i controlli come impiegati e magistrati. Altro punto critico, la spesa da sostenere per ottenere il tesserino magnetico: 16 euro che ognuno versa al Consiglio dell’ordine al momento della richiesta, e che l’organismo poi gira alla Procura, ma che finiscono nelle casse della società che gestisce l’appalto, per sostenere il costo del materiale e della stampa.

Alla protesta non si è aggiunta l’altra associazione che rappresenta i penalisti, la Camera penale. Né l’ordine forense, che ha già chiesto e ottenuto chiarimenti dalla Procura sulla presunta “schedatura”. I dati sugli orari dei passaggi - è stato assicurato al presidente dell’organismo, Francesco Milia - non vengono memorizzati, dunque non dovrebbe scattare alcun effetto “Grande fratello”. «Vogliamo solo sapere chi decide. E a al procuratore chiederemo che un varco resti aperto per noi», spiega il segretario del sindacato.

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