La Nuova Sardegna

Sassari

La Consulta: «Convenzione traghetti, non basta sentire la Regione, serve un’intesa»

La Consulta: «Convenzione traghetti, non basta sentire la Regione, serve un’intesa»

Parzialmente accolto un ricorso presentato il 12 ottobre dalla Regione Sardegna, che lamentava di essere stata sostanzialmente esclusa dalla stipula delle convenzioni con le società che gestiscono il servizio di trasporto marittimo

23 luglio 2013
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La Corte costituzionale ha parzialmente accolto un ricorso presentato il 12 ottobre scorso dalla Regione Sardegna che contestava di essere stata esclusa dal procedimento per la stipula delle convenzioni con soggetti che gestiscono il servizio di trasporto marittimo fra l’isola e la penisola. Il riferimento era a una norma del decreto legge 125 dell’agosto 2010 (convertito in legge nell’ottobre successivo), secondo cui per le modifiche e le integrazioni delle convenzioni è sufficiente al governo semplicemente «sentire» le Regioni interessate. Invece, secondo la Consulta, è necessaria un’intesa con la Regione Sardegna. In base alla norma, le convenzioni «stipulate con soggetti aggiudicatari dei compendi aziendali, s’intendono approvate e producono effetti a far data dalla sottoscrizione» e «ogni successiva modificazione ovvero integrazione delle suddette convenzioni è approvata con decreto del ministro dell infrastrutture e trasporti di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, sentite le regioni interessate». Per la Consulta quest’ultimo passaggio è incostituzionale: alle parole «sentite le ragioni interessate», sarebbe stato necessario aggiungere «e d’intesa con la Regione Sardegna». La Corte si è riservata di esprimersi con separate pronunce su altre questioni di legittimità del decreto legge impugnato. Per il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, la sentenza «rappresenta una nuova breccia significativa per la Sardegna, che non può essere relegata al ruolo puro e semplice di soggetto ’uditò». - «Il nostro obiettivo», ribadisce Cappellacci, «resta quello dell’effettivo passaggio di funzioni e risorse dallo Stato alla Regione Sardegna. Sul punto abbiamo ribadito il nostro orientamento anche durante il vertice svolto a Cagliari con il ministro Lupi, che ha manifestato un atteggiamento di apertura. È indispensabile un intervento del parlamento, affinchè si dia seguito a quanto veniva stabilito dalla legge del 2006, il cui risultato è stato modificato anche dalla norma impugnata, come rilevato dalla Corte Costituzionale». La Corte Costituzionale ha anche dichiarato inammissibile l’intervento della Compagnia italiana di navigazione Cin che aveva chiesto di costituirsi in giudizio.

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