La Nuova Sardegna

Sassari

Zirattu: «Il prossimo incontro in Regione sarà risolutivo»

di Luigi Soriga
Zirattu: «Il prossimo incontro in Regione sarà risolutivo»

SASSARI. La situazione del Puc di Sassari ormai ha del surreale. Il documento di programmazione urbanistica è stritolato da più di 400 giorni nella morsa di Regione e Comune. I due enti dopo oltre un...

02 ottobre 2013
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SASSARI. La situazione del Puc di Sassari ormai ha del surreale. Il documento di programmazione urbanistica è stritolato da più di 400 giorni nella morsa di Regione e Comune. I due enti dopo oltre un anno non sono riusciti a mettersi d'accordo sui confini da tracciare intorno ai beni identitari censiti all'interno delle cartografie.

Decine di faccia a faccia tra l'assessore Gavino Zirattu, il suo staff del settore urbanistica e i tecnici cagliaritani finora non hanno smosso di un millimetro il braccio di ferro in atto. Tanto che il Puc è ancora congelato nei cassetti della Regione e stenta ad approdare alla fase approvativa seguente, ovvero il vaglio del Comitato tecnico. L'ultima visita negli uffici regionali risale alla settimana scorsa, e come al solito si è rivelata un buco nell’acqua. Ancora una volta il faccia a faccia si è risolto con un rinvio a mercoledì prossimo.

Nell'ultimo Consiglio, incalzato dai dissidenti di maggioranza e da alcuni esponenti di minoranza, Zirattu è dovuto parzialmente uscire dalla sua tradizionale reticenza. I consiglieri hanno chiesto conto dell'immobilismo da parte del Comune che continua ad accettare passivamente questo stand-by. Un nodo morto che contribuisce a soffocare l'edilizia e lo sviluppo della città. «Se il Comune è convinto di avere le carte in regola, allora pubblichi il Piano o forzi in qualche modo la mano, in modo che questo e impasse si sblocchi», è il succo della richiesta. E Zirattu ha fatto intendere di voler andare in missione a Cagliari particolarmente battagliero: «Per noi il Piano è finito - dice l'assessore - così come la copianificazione sui beni identitari. Abbiamo lavorato in collaborazione con la Soprintendenza e la stessa Regione, e in questa fase non riteniamo di dover correggere alcunché: se mercoledì non si troverà una soluzione condivisa, metteremo per iscritto che per noi l’iter è concluso. A quel punto la palla passerà nelle mani della Regione che avrà il dovere di inviare il Puc al Comitato tecnico, ovvero all'organismo che ha la titolarità per muovere dei rilievi e chiedere le correzioni».

L’assessore, naturalmente, preferirebbe arrivare a un punto di incontro, dato che gli ultimatum, quando in ballo c'è l'approvazione di un documento così complesso come il Puc, sono sempre rischiosi. Sicuramente non si tratta di un Piano perfetto e il comitato tecnico è probabilissimo che faccia una serie di sottolineature sui contenuti. Presentarsi con una copianificazione monca, priva cioè del benestare della Regione, non è un buon biglietto da visita.

Ma d'altro canto anche questa melina estenuante è diventata intollerabile per la città. Pesa anche la mancanza di trasparenza sulla trattativa condotta in Regione e questa incertezza esaspera i toni in Consiglio comunale e in commissione Urbanistica. Finora nessuno ha le idee chiare su quali siano i problemi nella copianificazione. In ballo ci sono 85 schede che riguardano altrettanti monumenti. Zirattu non ha mai spiegato quale sia la posizione specifica del Comune e quella della Regione sui confini di questi beni identitari. Se cioè la Regione abbia un atteggiamento più restrittivo e chieda zone di tutela più ampie attorno a un monumento, oppure se al contrario voglia restringere i vincoli e concedere aree più estese di edificazione.

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