La Nuova Sardegna

Sassari

L’Europa fa i tagli e i pacchi alimentari diventano un ricordo

di Gabriella Grimaldi
L’Europa fa i tagli e i pacchi alimentari diventano un ricordo

Da inizio 2014 l’Agea non invierà più gli aiuti per i poveri L’Sos lanciato ai Servizi sociali dal Banco Alimentare

28 dicembre 2013
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SASSARI. In barba alle previsioni che danno il 2014 come l’anno della ripresa economica, la crisi affonda il coltello nel modo più cruento. Sono infatti stati chiusi i rubinetti delle donazioni alimentari da parte dell’Agenzia europea per le erogazioni agricole, l’organizzazione dalla quale, fino a quest’anno, proveniva la maggior parte dei prodotti da distribuire alle persone bisognose. La distribuzione di circa 5mila quintali di prodotti all’anno nel territorio di Sassari era di fatto basata sul programma europeo di aiuti alimentari agli indigenti dell’Ue (Pead) avviato da Jaques Delors negli anni Ottanta. Programma della durata di trent’anni che oggi, alla fine del 2013, non sarà rinnovato. Un quadro drammatico che porterà al collasso il sistema di aiuti gestito dal Banco Alimentare con la collaborazione di 65 associazioni umanitarie con sede nel Nord Sardegna. «Una situazione di grave difficoltà quella che ci troviamo davanti – spiega il responsabile del banco alimentare per l’area del Sassarese Michele Bulla –. Riuscivamo ad aiutare un gran numero di famiglie ma già da fine gennaio non sapremo più come fare».

Il Banco Alimentare infatti sta distribuendo i pacchi che sono stati raccolti nella colletta effettuata l’ultimo giorno di novembre nei vari supermercati cittadini, dopodichè si aprirà un baratro. «In realtà la colletta alimentare che viene organizzata ogni anno nei negozi rappresenta un decimo della raccolta che proveniva dall’Europa – prosegue Bulla –. Solo briciole rispetto alla garanzia reale di sostenere le famiglie indigenti di un territorio vasto come il Nord Sardegna». Una piccola iniziativa, dunque, che serve soprattutto a sensibilizzare i cittadini rispetto ai bisogni della collettività e che comunque ha dato risultati molto positivi. Si tratta del contatto tra 150mila volontari e 5 milioni di persone in tutta Italia per il bene dei nuclei in gravissima difficoltà economica.

In conseguenza delle decisioni prese a livello internazionale, tuttavia, tante associazioni non sapranno dare risposta alle numerose richieste di aiuto provenienti, in media, da 12mila assistiti nella zona di Sassari. L’apporto delle grandi aziende alimentari, poi, si è ridotto drasticamente negli ultimi anni: la crisi non le ha risparmiate e le rimanenze sono ormai un ricordo. «In Sardegna non ci sono più sedi di grandi aziende nazionali, se non depositi di stoccaggio, e le aziende isolane, che sono in prevalenza lattiero-casearie, non hanno prodotti che avanzano. Chiaro quindi come senza la presenza importante dell’Europa i poveri si ritroveranno sempre di più senza punti di riferimento».

Anche associazioni come la Caritas e la Croce Rossa, convenzionate con l’Agea per ricevere e distribuire pacchi alimentari, non potranno più contare su un valido supporto che veniva garantito da tanti anni. Il sistema collaudato nel tempo è destinato a dissolversi.

Notizie allarmanti che il presidente del Banco Alimentare ha riferito nel corso di un’audizione in commissione comunale Servizi Sociali. Ha spiegato che il prossimo anno sarà caratterizzato da grandi incertezze per quanto riguarda il soccorso alle famiglie bisognose mentre a livello nazionale il Banco Alimentare si sta mobilitando per ottenere che il Governo italiano faccia pressioni sull’Unione Europea perché il sistema archiviato alla fine di quest’anno sia sostituito da soluzioni valide. Oppure che lo Stato italiano si attivi per soccorrere i suoi cittadini più poveri.

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